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Invasione vespa orientalis, l'ex parlamentare Golfo attaccata in casa: "Pensavo di morire"

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Una vera e propria invasione quella della vesta orientalis, il pericoloso insetto simile a un calabrone che sta nidificando in numerosi punti della capitale. Sono oltre 400 le segnalazioni di nidi e sciami ogni giorno al numero verde predisposto dalla Protezione Civile capitolina, di concerto con l’Assessorato all’Ambiente (800 854 854). Giuseppe Napolitano il direttore del dipartimento comunale di protezione civile, ha affermato che "nella sola giornata del 1 settembre, la nostra sala operativa ha ricevuto 389 chiamate, delle quali 277 si riferivano a stabili privati. A queste chiamate, inoltre, si sono aggiunte le 59 ricevute dalle organizzazioni di volontariato di protezione civile”. 

 

La vespa orientale può annidarsi ovunque. Venerdì scorso in via Petroselli, a due passi dal Campidoglio, la sede dei gruppi consiliari capitolini e il dipartimento Lavori pubblici sono stati evacuati a causa di un’invasione di vespe orientalis. "Hanno fatto dei nidi tra il secondo e il terzo piano", ha raccontato all’agenzia Dire il consigliere comunale di FdI, Federico Rocca, anche lui evacuato insieme ad altri consiglieri e personale amministrativo. 

Consolata Golfo, conosciuta come Lella Golfo,  già parlamentare del Popolo delle libertà, in una intervista a Repubblica ha raccontato la sua brutta avventura con un nido di insetti che fortunatamente si  conclusa senza gravi conseguenze. Al ritorno dalle vacanze ha trovato il suo appartamento, in centro, invaso dalle vespe. "Erano almeno duecento, una cosa impressionante. Ho urlato e mi sono chiusa in una stanza dove, per fortuna, non c'erano insetti", ha raccontato Golfo. 

 

La donna è rimasta barricata nella stanza per un po', poi proteggendosi la testa e il corpo con vari indumenti è uscita per "recuperare il telefono che non avevo con me, ma durante la corsa sono stata punta su una mano. Il dolore è stato talmente forte che pensavo di svenire. Ho chiamato una mia amica e il 112. Abbiamo anche provato a chiamare il numero verde del Comune, ma ci diceva che era soltanto per raccogliere le segnalazioni. Sono arrivati i vigili del Fuoco. Nel frattempo la mano era diventata un panino. Sono andata al pronto soccorso", il racconto dell'ex parlamentare. 

 “Ho sentito un dolore come se stessi per partorire e poi ho pianto per la disperazione"; ha detto ancora al Corriere a cui ha confidato: è stato "un film dell’orrore, ho pensato di morire. Adesso sto aspettando che una ditta privata incaricata dall’amministratore di condominio elimini eventuali nidi e faccia chiarezza su come le vespe siano potute entrare, perché la casa era chiusa ermeticamente. Intanto voglio lanciare un allarme sull’invasione di questi insetti pericolosi che possono provocare anche choc anafilattico. E il Comune che fa?". 

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