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Ardea, brucia la montagna di rifiuti tossici: il degrado è senza fine

Massimiliano Gobbi
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Fiamme e fuoco ad Ardea, sul litorale romano. A bruciare una montagna di rifiuti, perlopiù tossici e pericolosi in via delle Salzare a pochi passi dall'isola ecologica e dall'ingresso del prestigioso sito archeologico di Castrum Inui invaso di rifiuti. Da mesi nell'area c'è una situazione di estremo degrado con cumuli di immondizia ovunque. Uno scempio inaudito con diversi rifiuti speciali lungo tutta la strada, nonostante, a pochi metri di distanza, presso il "lido le Salzare", viene raccolto il verde e i rifiuti ingombranti.

 

 

Una colonna di fumo nera, visibile a chilometri di distanza, si è alzata così in cielo, poco dopo le ore 8 del mattino, mettendo in allarme la sala operativa dei vigili del fuoco di Roma che hanno immediatamente mandato una squadra proveniente dal distaccamento di Pomezia. A fuoco rifiuti di ogni tipo, elettrodomestici, gomme, bottiglie, mobili e tanto altro materiale.  Una zona dove la delinquenza regna sovrana, dove tutti i giorni arrivano segnalazioni di residenti costretti a chiamare agenti della polizia locale, forze dell'ordine, volontari di protezione civile e vigili del fuoco a causa dell'aria stagnante e delle nubi tossiche che si vengono a creare. Una situazione insostenibile e potenzialmente esplosiva che non si ferma. Una vera e propria bomba ecologica che coinvolge tanti residenti. Da anni vengono presentate denunce ed esposti, ma tutto tace. Tutte le iniziative di contrasto al fenomeno, oramai sono cadute nel vuoto.

 


"La colonna di fumo nero è enorme - dichiara un residente - purtroppo in zona i roghi tossici sono episodi sempre più frequenti. Qui tutti i giorni bruciano gomme, macchine, elettrodomestici, rame.  E' un continuo, ormai abbiamo rinunciato anche a chiamare le forze dell'ordine. Un luogo bellissimo che sta diventando la terra dei fuochi. E' assurdo che davanti l'ingresso di un isola ecologica e al cancello di un sito archeologico così importante ci siano sempre discariche a cielo aperto. Chiediamo una vera videosorveglianza e più controlli per rivalutare un'area abbandonata a se stessa da troppi anni".

 

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