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Sciopero taxi a Roma, caos alla stazione Termini. Turisti in balìa degli abusivi: "Prezzi folli"

Giulia Pelosi
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Adescano turisti e manager scesi a Termini in cerca di un taxi. Li studiano, li selezionano e poi si presentano come “la soluzione”. Sono i “furbetti della stazione”, pronti a speculare sullo sciopero nazionale dei tassisti e sui ritardi di Uber. A pagare il prezzo più alto però sono sempre gli utenti.

Nel secondo giorno di sciopero nazionale dei taxi aumentano i disagi e le truffe per i cittadini. Fuori la stazione il caldo dell’ora di pranzo fa la sua parte: l’attesa sotto il sole innervosisce chi è appena arrivato ed è in cerca di un passaggio. C’è chi ha perso l’aereo perché non è riuscito ad arrivare in tempo in aeroporto, chi si incammina a piedi verso la propria destinazione e chi attende l’autobus. Uber è il primo pensiero soprattutto per i turisti: è un servizio che conoscono, che utilizzano anche nel loro paese. Ma oggi trovare un Uber disponibile e in orario è difficile. Un miraggio a prezzi stellari. Anche gli ncc lavorano ma la maggior parte sono tutti prenotati.

É qui che i furbetti della stazione trovano terreno fertile: “offrono” corse a prezzi elevatissimi. “50 euro per andare a viale Libia signò, non meno. E neanche mi conviene” dice uno di loro. “Meglio portare i turisti in aeroporto per 150 euro” spiega. Rifiuto. Poi vengo scoperta: “non ce parlate con questa, è una giornalista. Mi ha fatto saltare una corsa da 70 euro” dice ai “colleghi”. Dunque giro l’angolo e arrivo a via Marsala: qui, stessa situazione. Tutte le persone che attendono stanno con il telefono in mano in cerca di un Uber. Ma Uber non arriva. “Lo sto aspettando da un’ora con questo caldo asfissiante. È una follia” dice disperato un lavoratore. “Avevo una riunione importante e l’ho dovuta rimandare”. Ed ecco che arriva il furbetto: “dove deve andare?” Chiede. “Devo arrivare a via Milano” risponde. “40 euro va bene?” È così che, affamato, accaldato e innervosito il lavoratore risponde “si va bene, basta che andiamo subito”. 40 euro per fare meno di un km. Ormai a Roma succede anche questo.

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