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L'applicazione della sanità è un flop. Attese infinite e le code restano identiche

Antonio Sbraga
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Con le nuove prenotazioni fai-da-te i residenti nel Lazio ora possono gestirsi le liste anche per gli esami diagnostici, però le attese restano lunghe. Come le agende chiuse: la nuova app «Recup Prenota Smart», infatti, consente al cittadino di verificare direttamente il vecchio problema dell’indisponibilità di visite specialistiche o esami in una parte delle dieci Asl del Lazio. Perché non tutte le aziende sanitarie indicano appuntamenti disponibili, costringendo così i loro residenti a percorrere fino a un centinaio di chilometri nell’andirivieni del «pendolarismo sanitario» pur di assicurarsi l’agognata prestazione. Un 69enne residente a Roma Nord, ad esempio, racconta di aver provato con la nuova app, ma di non aver trovato «alcuna disponibilità nelle strutture dell’Asl Roma 1, né per prenotare un’ecografia della prostata, né per effettuare una Tac dell’addome.

 

 

Per l’ecografia il primo appuntamento disponibile lo indica, infatti, a Viterbo il 13 giugno e l’ultimo è per il primo dicembre a Piazza Marconi, nell’Asl Roma 2. Solo 6 Asl su 10 mi indicano disponibilità, stessa cosa per la Tac: primo appuntamento disponibile mercoledì 11, però ad Anzio, l’ultimo il 19 luglio a Fiano Romano (l’unica possibilità all’interno di Roma è per il 17 maggio al San Camillo)». Però l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, sembra soddisfatto: «Dopo il buon inizio del nuovo servizio di prenotazione online e tramite app, fatta direttamente dal cittadino, è possibile effettuare online, sul sito regionale, la prenotazione di oltre 80 prestazioni tra prime visite, anche quelle oncologiche e geriatriche, e la diagnostica per immagini, tac ed eco. Finora, con 14 prestazioni disponibili, sono state oltre tremila le visite prenotate con questa modalità con un rispetto dei tempi pari al 98%».

 

 

Ma sui canali social della Regione fioccano le proteste: «Colonscopia a 10 giorni di urgenza, impossibile prenotare. La sanità pubblica non esiste più - scrive Simona Matteucci - o spendi 350 euro, oppure niente». E Dario Chianese rincara la dose: «Una risonanza magnetica a febbraio 2023, complimenti». Per le visite non va meglio: «Ho provato per una visita fisiatrica, ma le disponibilità sono scarsissime ed in posti inaccessibili lontano da Roma», sottolinea Monica Lupidi. «Ora prenoti le visite on line, però i tempi di attesa sono gli stessi - conclude Giulia Aniballi - mancano le visite nefrologiche per dirne una».

 

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