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Una discarica di libri e giornali, mistero in via dei Delfini. E nessuno la rimuove

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Valentina Conti
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Da almeno sei mesi a questa parte un mistero avvolge il cuore dell’Urbe. Una discarica di quotidiani, riviste e libri «nascosta» nel ventre del centro storico capitolino, che cresce di giorno in giorno. Impressiona la vista quella mole di giornali ed altro impilati uno sopra l’altro. Fa bella mostra di sé su un banco apparecchiato di stracci in via dei Delfini, a pochi metri dal Campidoglio. Destando la curiosità di romani e turisti che si trovano a passare dalla strada, collegamento tra piazza Margana e via dei Funari, che trasuda storia di santità e memoria. 

Una sorta di visione surreale che fa il paio con il degrado imperante nell’area, tra sacchi di immondizia abbandonati in terra e gli accampati di fortuna approdati ai piedi dell’attigua chiesa di Santa Caterina dei Funari. Saranno un migliaio ed oltre di copie, alcune coperte da carta, altre tenute insieme, altre ancora poggiate su cartoni o raccolte in buste di plastica. Sopra un baldacchino improvvisato rivestito da teloni sdruciti con le pietre a fermare. E poi altri cartoni ripiegati sotto, bustoni pieni di ulteriori magazines e libri di vario genere accatastati in ogni angolo disponibile. Dall’oroscopo ai titoloni delle grandi testate, sbuca fuori proprio di tutto, inclusa una pagina dove si legge «Anche il bene fa notizia». Resta una discarica indecifrabile nell’anima pulsante della città quell’enigma che blocca immancabilmente lo sguardo percorrendo il vicolo che prende il nome dal palazzo che la famiglia Delfini qui possedeva. E nessuno di coloro che abbiamo fermato per cercare di saperne di più che se la sappia spiegare. Chi risiede in zona o la frequenta per lavoro ha ognuno una teoria. 

 

«Accanto ci vivono, sarà magari qualche disgraziato di turno che ha la buona mania di leggere e si è costruito un’edicola sui generis», dice un signore in su con l’età. Un altro la prende per una scultura post moderna o giù di lì. I più giovani si interrogano sul perché «da mesi tutta questa carta non viene rimossa». Si avanzano parecchie ipotesi. «Sono rimanenze di una vecchia bottega che ha chiuso i battenti o di qualche sede che ha traslocato», affermano alcuni abitanti. «Nei feriali passo sempre di qui per raggiungere l’ufficio, ho notato che i teloni vengono di frequente sistemati, e che comunque i giornali aumentano di numero», racconta una signora.  In effetti, l’occhio ci cade su un’apertura di un noto quotidiano che a memoria ricordiamo dei primi del mese. Ce n’è anche traccia di più recenti. Dilaga (impassibile) l’informazione per strada. Letteralmente.
 

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