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Il tour di Roma tra i rifiuti. Turisti costretti allo slalom nel degrado

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Pier Paolo Filippi
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Davanti e tutto intorno la grande bellezza della Capitale, illuminata almeno nella mattina dal sole primaverile. Tra i piedi e sui marciapiedi, invece, quella che ormai è diventata la solita «monnezza». Non è certo un’immagine da cartolina quella che Roma, in questo lungo ponte di festa, ha offerto ai turisti e ai cittadini che hanno sfruttato il tempo libero per una passeggiata. In particolare nel centro storico e nell’area intorno al Vaticano, quelle più frequentate dalle migliaia di visitatori che finalmente, dopo due anni di pandemia, cominciano a tornare a viaggiare. In attesa del termovalorizzatore che tutti i rifiuti spazzerà via, infatti, l’immondizia spunta da ogni angolo. I cestini sono tutti stracolmi di spazzatura che spesso tracima in terra sporcando strade e marciapiedi. Girando per il centro, qua e là saltano fuori cumuli di rifiuti abbandonati un po’ a casaccio, mentre in alcune strade prive di cestini le persone lasciano cartacce e bottiglie sopra il primo appoggio che trovano. Intorno a piazza San Pietro, all’ora di pranzo dopo l’Angelus di Papa Francesco, il panorama era deprimente.

Lungo via della Conciliazione, tutti i cestini da piazza Pia al Colonnato sono stracolmi, circondati di cartacce, resti di alimenti, bottigliette, coppette di gelato e altri scarti. Sulle isole di marmo che fungono da marciapiedi qualcuno ha anche lasciato un piccolo cumulo di sacchetti di immondizia che le persone camminando sono costrette a dribblare. Nelle vie laterali la situazione è ancora peggiore. Sull’asse Borgo Sant’Angelo-via dei Corridori si sviluppa sul marciapiede una serie di piccole discariche dove c’è di tutto: cartone; sacchetti con l’umido; cassette di legno; plastica. 

Questo accade perché la domenica l’Ama toglie i cassonetti dalle isole della raccolta differenziata lasciando residenti e turisti senza possibilità di gettare l’immondizia. Attraversando il Tevere, nel Centro storico, la situazione è più o meno la stessa. Intorno al Tempio di Adriano, praticamente si camminava calpestando i rifiuti caduti dai cestini, mentre a piazza Sant’Ignazio come gettacarte vengono utilizzate le fioriere, praticamente davanti all’ufficio dei Carabinieri del Nucleo tutela beni culturali. A via Cavour, qualcuno ha pensato bene di lasciare i sacchetti dei rifiuti appoggiati al muretto dell’entrata della stazione metro.

Altre mini discariche in piazza del Collegio Romano, sui marciapiedi davanti al Ministero dei Beni culturali. Insomma, nonostante il recente riordino della raccolta differenziata per i commercianti e la creazione di isole per i cassonetti del porta a porta, il centro della città, quello che dovrebbe essere il suo biglietto da visita davanti al mondo, è ancora lontano da una condizione di decoro urbano accettabile. Ed evidentemente non ha fatto «miracoli» nemmeno l’accordo tra Ama e sindacati per garantire incentivi agli operatori disposti a lavorare la domenica e nei festivi. Intanto, in un’intervista, ieri il sindaco Gualtieri è tornato difendere la scelta di costruire un termovalorizzatore. «Mi ero impegnato a realizzare gli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma – ha detto – È una svolta storica per la città e anche per il Paese nel segno della sostenibilità e dell'ambiente».

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