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Roma sogna le Olimpiadi, Firenze chiama la Capitale: gemellaggio nel 2036 dopo i "no" di Monti e Raggi

Pier Paolo Filippi
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Cinque anni dopo la rinuncia dell’ex sindaca Virginia Raggi a candidarsi per le Olimpiadi del 2024, Roma torna ad accarezzare il sogno dei giochi a cinque cerchi. A Palazzo Senatorio, stretti tra le urgenze più pressanti come la profonda crisi del trasporto pubblico e la perenne emergenza rifiuti, nessuna decisione è stata ancora presa, ma nonostante la smentita dei giorni scorsi dell’assessore Onorato ai rumors lanciati dalle agenzie di stampa qualcosa si sta muovendo. Soprattutto a livello politico, dove la maggioranza, con il Pd in testa, preme sul sindaco affinché la Capitale possa ospitare un grande evento internazionale che caratterizzi la consiliatura guidata dal centrosinistra.

Dopo il Giubileo, evento della Santa Sede, e dopo l’Expo del 2030, la cui candidatura fu avanzata da Virginia Raggi, resta dunque l’Olimpiade del 2036, con la speranza di non fare di nuovo un buco nell’acqua dopo le delusioni del 2012, quando l’allora Presidente del Consiglio Mario Monti disse «no» a causa della crisi economica e appunto del 2016. Le possibilità ci sono. Dopo Parigi 2024, Los Angeles 2028 e Brisbane in Australia nel 2032, i Giochi dovrebbero infatti tornare in Europa. Giochi per i quali stanno già preparando la candidatura Firenze e Bologna, in un tandem al quale a questo punto potrebbe unirsi anche Roma. E l’invito da parte del sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella è stato già lanciato. «Il rapporto fra Firenze, Roma e le altre grandi città italiane è il valore aggiunto che il nostro Paese può mettere in campo anche per grandi competizioni – ha detto - Roma non può non essere protagonista di qualunque evento internazionale sportivo che veda tutta l'Italia coinvolta».

D’altra parte ora l’asset politico è del tutto favorevole. Se Matteo Lepore (primo cittadino di Bologna) e Dario Nardella sono i sindaci più vicini d’Italia, con gli stessi colori politici, quelli del Pd, agende simili e visioni comuni, anche Roberto Gualtieri è in linea. «I rapporti con Gualtieri sono buoni, la sintonia politica che c’è con lui può essere d’aiuto – ha detto al quotidiano La Nazione Nardella – In realtà già quando lanciammo le Olimpiadi con Bologna, non avevamo escluso la partecipazione di Roma. Purtroppo la posizione della Raggi non aiutò il dialogo». La nuova concezione delle candidature del Comitato olimpico internazionale, d’altra parte, non vede una sola città coinvolta, come avveniva tradizionalmente.

Tra l’altro Firenze, Roma, Bologna sono sull’asse dell’Alta velocità e tutto questo potrebbe facilitarne la connessione. Inoltre, avere più città coinvolte consente di utilizzare il meglio degli impianti sportivi a disposizione senza consumare altro suolo. Di più. Roma, che prima del 2036 affronterà il Giubileo del 2025 e in prospettiva l’Expo del 2030, si ritroverebbe con parte delle infrastrutture, specialmente dal punto di vista trasportistico, già realizzate. In ogni caso bisogna muoversi con anticipo.

Anche se l’orizzonte è nel 2036, fra 14 anni, la candidatura sarà assegnata nel 2029. Il dossier preparato per la candidatura ai Giochi 2024 sarà utilizzabile solo in parte, dal momento che si profila una candidatura a tre, poi bisognerà fare campagna elettorale tra i comitati sportivi di tutto il mondo. Intanto arrivano i primi endorsement da parte degli olimpionici. «Roma candidata alle Olimpiadi sarebbe bellissimo, sarei felicissima – ha detto la tuffatrice Tania Cagnotto intervistata da Il Diabolico e il Divino su New Sound Level - Roma avrebbe dovuto avere le sue Olimpiadi già qualche anno fa». Sistemate le urgenze, a Palazzo Senatorio il tema sarà affrontato nei prossimi mesi.

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