Niente posti letto, al Sant'Andrea arrivano le barelle
Pronto Soccorso del Lazio già ridotti in «barella» sin dalle prime ore del mattino, con file quotidiane fino a oltre 800 pazienti in attesa di ricovero o trasferimento nei 48 Ps della Regione. All’ospedale Sant’Andrea l’azienda ha appena ordinato una «fornitura in urgenza di 10 barelle per le necessità del Pronto Soccorso, che necessita, nel minor tempo possibile» di questa sorta di surrogato del posto letto che non c’è. Ma il Pronto soccorso che quasi ogni giorno risulta il più sovraffollato è quello dell’ospedale Pertini, come ha mostrato anche la trasmissione Rai «Presa Diretta», che ha documentato con le telecamere la straripante presenza di pazienti in barella, sulle carrozzine e lungo i corridoi. «Noi potremmo trattare 60 pazienti, ma spesso abbiamo all’interno del Pronto Soccorso una media di 100-120 pazienti», con una permanenza nel Ps fino a una settimana: «A volte rimangono anche 7 giorni», ha ammesso un medico. Con un solo camice bianco di turno nell’area rossa Covid per oltre 30 pazienti («Qui è una trincea, come negli ospedali da campo dove c’è la guerra»).
In corsia manca l'anestesista: caos sanità nel Lazio. Medici costretti a turni massacranti
Ma problemi di organico ci sono in tutta la Regione: «Il totale del personale medico mancante- ha quantificato il Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva- è pari a 357 medici di Pronto Soccorso nel Lazio». Il sindacato Anaao Assomed denuncia «una vera e propria paralisi delle assunzioni del personale sanitario con ricadute gravissime sulla funzionalità delle strutture e dei servizi» ed ha proclamato lo stato di agitazione. Il segretario laziale, Guido Coen Tirelli, ha scritto all’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, per contestare che «non sono state avviate le procedure di stabilizzazione, ma sono state bloccate tutte le procedure concorsuali già avviate e spesso concluse e persino l’assunzione dei vincitori, paralizzando così l’intero sistema». Per cercare di coprire i turni nei Pronto Soccorso ci sono almeno 4 aziende che stanno inviando i medici di altri reparti e con diverse specializzazioni nei Ps. «Negli ospedali romani San Giovanni e Santo Spirito i medici di tutti i reparti vengono mandati a coprire i turni nei rispettivi Pronto Soccorso», denuncia il capogruppo regionale Fdi Fabrizio Ghera.
Anche nell’Asl Roma 3 si sta pensando di affidare i turni del Pronto Soccorso del Grassi di Ostia anche a specialisti di altre unità operative. Nell’Asl Roma 5, dove non bastano più nemmeno i medici presi a «noleggio» dalle cooperative, né quelli a gettone in attività aggiuntiva da 60 euro l’ora per riuscire a coprire i turni nei suoi 5 Pronto Soccorso, lo hanno già fatto. Dopo «l'ulteriore depauperamento dell'organico medico», a Colleferro è stata disposta la turnazione «integrata con la presenza di un Dirigente Medico di area medica e di un Dirigente Medico di area chirurgica». Una misura contestata, perché così «sarà possibile che uno di essi provenienti da reparti lontani da ciò che rientra nel primo soccorso si ritroverà ad affrontare un’urgenza medica ben diversa dalla sua disciplina», denuncia la consigliera regionale Laura Corrotti (Lega).