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Niente scuolabus per i bambini ucraini. L'accoglienza flop per i profughi

Valentina Conti
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Non solo il dilemma spazi nelle scuole della Capitale e quello sul reperimento di mediatori linguistici e culturali per dare ospitalità agli studenti ucraini. C'è un capitolo, riferito all'infanzia e al primo ciclo, che sembra essere rimasto fuori dalla gestione del sistema di accoglienza messo a punto dal Campidoglio: il trasporto scolastico. «Manca ad oggi un'organizzazione sistematica su questo fronte, non si riesce a capire come i Municipi debbano muoversi. È un problema che va risolto a stretto giro, perché il tempo stringe. Manca poco al termine dell'anno scolastico, e in prospettiva dell'avvio del nuovo». A sollevare la questione è l'assessore alla Scuola del VI Municipio, Flavia Cerquoni. Ma il nodo da sciogliere è lo stesso in tutti gli altri territori della città.

 

 

Nella memoria di giunta capitolina dell'11 marzo scorso, che disciplina l'accoglienza dei bambini ucraini nei nidi e nelle scuole, si parla di refezione scolastica, di mediatori, di rete col Terzo settore e associazioni, di possibile aumento di personale, ma non di trasporto scolastico. «Nelle Faq, poi, l'unica guida per il genitore o chi per lui è scrivere una mail indicando dove si alloggia, la scuola dove è iscritto il bambino/a e un contatto». Gli allievi profughi di guerra, seguendo un iter di buon senso, vengono solitamente indirizzati a frequentare in strutture scolastiche non lontane dai luoghi in cui alloggiano. Ma non c'è, in sostanza, una regola che stabilisca come procedere. Gli uffici del VI Municipio hanno segnalato la faccenda al Dipartimento capitolino Scuola. «Da noi, in VI Municipio, ad esempio, 13 bambini sono accolti presso l'Hotel Alba a Torre Maura. Grazie alla disponibilità dei dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della zona che hanno aperto le aule, nonostante le difficoltà legate al periodo - racconta l'assessore - ne siamo riusciti a mandare in vari istituti (come all'IC Via Acquaroni, ndr)». Stratagemmi pensati per far sì che i piccoli alunni, che arrivano anche tramite le parrocchie o il servizio sociale o sono ospiti di famiglie, possano recarsi a scuola a piedi. «Altri - aggiorna Cerquoni - sono stati spostati dall'associazione di volontari che li sta assistendo in plessi di altri Municipi, come all'IC Montinaro di via Macro, in VII. Ma così si complica il discorso. Le tratte dei pullmini del trasporto scolastico comunale - ragiona Cerquoni - sono definite come quelle dei bus. Accompagnano gli studenti in taluni istituti e li prendono in determinati punti. Servirebbe una modifica urgente di tracciato oppure mettere a disposizione linee ad hoc».

 

 

Non è tutto. «Per le materne statali - osserva ancora l'assessore alla Scuola del VI Municipio - si pone altresì la questione dell'obbligo vaccinale. Deve essere prodotta la certificazione, e si riscontra di frequente un rallentamento nell'inserimento della documentazione richiesta. Inoltre, per i ragazzi delle superiori si sono verificati disagi sui mezzi, perché non è stata loro fornita la tessera gratuita per il trasporto pubblico. Pertanto, alcuni docenti hanno pensato di organizzarsi in proprio per portarli a scuola. Lavorare in emergenza dovrebbe presupporre sinergia - conclude Cerquoni - spesso, invece, si scaricano le incombenze sui Municipi».

 

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