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Corruzione al ministero dell'Istruzione: 6 misure cautelari. Ai domiciliari l'imprenditore Bianchi di Castelbianco

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Nuova misura cautelare agli arresti domiciliari per l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, editore e psicoterapeuta, indagato nell’ambito dell’inchiesta del nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura capitolina, su una serie di presunti episodi di corruzione al ministero dell’Istruzione che avevano già coinvolto Giovanna Boda, ex responsabile del Dipartimento delle risorse umane al Miur. Sono sette in totale le misure eseguite (6 arresti domiciliari e 1unamisura interdittiva) questa mattina su disposizione del gip di Roma per altrettante persone indagate a vario titolo per reati di corruzione.

Tra le persone raggiunte da misura cautelare, oltre a Bianchi di Castelbianco, altri tre soggetti collegati all’imprenditore, che sarebbero intervenuti, a vario titolo, nella dazione delle utilità, e due dipendenti del ministero dell’Istruzione, uno dei quali recentemente pensionato, che avrebbero posto in essere atti contrari ai doveri d’ufficio a fronte delle utilità ricevute dall’imprenditore. A carico di un terzo dipendente del Miur, è stata invece applicata la misura interdittiva della sospensione temporanea per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio. In base agli elementi raccolti nelle indagini, sono emersi indizi secondo i quali l’imprenditore romano, già sottoposto agli arresti domiciliari per aver corrisposto utilità al capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell’Istruzione, è stato oggi attinto da analoga misura cautelare per ipotesi di corruzione di ulteriori funzionari e dirigenti del ministero. Sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle indagini preliminari, l’imprenditore avrebbe potuto contare sulla collaborazione fornita dai dipendenti del ministero dell’istruzione, secondo uno schema di scambio di interessi tradotti in vantaggi economici per l’imprenditore e utilità per pubblici dipendenti coinvolti.

 

 

L’imprenditore, spiega la finanza, «sarebbe stato, così, in grado di conoscere anticipatamente i contenuti dei bandi per il finanziamento di progetti scolastici apportandone le modifiche necessarie per favorire le sue società e avrebbe partecipato a riunioni strategiche presso il ministero dell’Istruzione per concordare la distribuzione dei finanziamenti destinati ad alcuni istituti scolastici». «In tale quadro, due soggetti dipendenti dell’imprenditore, oggi posti agli arresti domiciliari - si legge -, avrebbero contribuito alla predisposizione del contenuto dei bandi di gara anticipati in modo che potessero essere agevolmente aggiudicati agli enti riconducibili al medesimo imprenditore e, nel contempo, avrebbero partecipato consapevolmente alla dazione delle utilità in favore dei pubblici ufficiali, occupandosi delle modalità operative per l’assunzione o il conferimento di incarichi e per i pagamenti delle spese richieste o sostenute per conto dei predetti pubblici ufficiali».

La misura degli arresti domiciliari ha riguardato anche un imprenditore campano, titolare di una ditta individuale con sede a Marcianise (CE), che avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti allo scopo di fornire una giustificazione contabile al denaro in uscita dalle società dell’imprenditore romano destinato, in realtà, a coprire le spese sostenute in favore del capo dipartimento.

 

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