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Ricetta bianca dematerializzata al via in 7 regioni, ma il Lazio resta al palo. La Lega: "Ennesima occasione persa"

Massimiliano Gobbi
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La ricetta dematerializzata "rossa" è una realtà già dal 2020. Da questa settimana lo è anche quella "bianca" ossia per tutti quei farmaci non a carico del Servizio sanitario nazionale. L'ha introdotta il Decreto del Ministero dell'Economia del 30 dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 gennaio 2021, ma solo ora è entrata in vigore. Funziona in modo molto semplice, i medici di famiglia inviano le prescrizioni al sistema Tessera Sanitaria di Sogei producendo un numero di protocollo univoco. I pazienti possono ricevere la prescrizione del farmaco via e-mail e scaricarla in formato pdf per presentarla poi in farmacia una volta stampata, senza doversi recare allo studio del medico e ritirarla in formato cartaceo. Tutto bene? In parte sì, perché saranno già sette le regioni a beneficiare da subito di questa novità: Lombardia, Emilia Romagna, Valle D'Aosta, Veneto, Piemonte e Sicilia, oltre alle due province autonome di Trento e Bolzano. Ma il Lazio? Non pervenuto. Nonostante la nostra regione abbia avuto oltre un anno per adeguarsi alla novità, non sarà tra i territori che potranno partire già da quest'oggi. 

 

 

Un gran peccato perché con l'introduzione della ricetta dematerializzata bianca si possono automatizzare e digitalizzare milioni di transazioni pagate in genere dai pazienti di tasca propria: spese da cui detrarre il 19% nei modelli 730 ed Unico persone fisiche e inoltre si possono snellire di molto le file presso i medici di base, che in questo periodo sono particolarmente oberati e già negli scorsi giorni hanno minacciato di indire uno sciopero della propria categoria. Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega, membro della Commissione Sanità, ha portato allo scoperto la questione e ha commentato così: "Un'occasione persa per il Lazio di tenere il passo con i tempi e semplificare la vita a medici e pazienti. Zingaretti e D'Amato fanno della tecnologia un vanto continuo della loro amministrazione, ma alla prima occasione utile di dare una svolta al sistema sanitario della Regione arrivano tra gli ultimi. E pensare che dal 31 marzo ancora altre regioni potranno beneficiare della novità, come Friuli Venezia Giulia e Puglia, e da aprile anche Sardegna e Basilicata. Al momento non è stata indicata una data certa per il Lazio che si troverà dunque al palo, in un momento di pandemia in cui sarebbe, invece, stato importantissimo poterne usufruire. I medici di medicina generale nel Lazio, purtroppo, dovranno continuare per chissà quanti mesi ad affogare tra le scartoffie e i pazienti a intasare gli studi. Una cosa è certa - conclude Giannini - di sicuro sapranno chi ringraziare". 

 

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