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Roma, i Nas chiudono la cucina dell'ospedale Sant'Eugenio

Antonio Sbraga
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Sopralluogo dei carabinieri del Nas ieri mattina presso la cucina dell'ospedale Sant'Eugenio, che da oggi resterà chiusa: non potrà più effettuare lo sporzionamento dei pasti, che da ben 10 mesi venivano preparati nella cucina dell’ospedale Pertini. In quella del Sant’Eugenio, infatti, sin dal gennaio scorso non si cucinavano più le varie portate, ma venivano solo confezionate nei piatti prima di essere consegnate sui vassoi distribuiti nei vari reparti. A renderlo noto è il sindacato Fials, che «sin dal marzo scorso chiede la ristrutturazione della cucina del Sant’Eugenio e, prima dell'estate, aveva inviato un esposto al Nas, denunciando, tra l’altro, che il servizio della colazione ai pazienti del presidio ospedaliero Sant’Eugenio-Cto viene espletato attualmente dal personale ausiliario utilizzando i distributori automatici per bevande calde, installati in ogni reparto», spiegano Domenico Sestili e Michele Cipollini, dirigenti della Fials Asl Roma 2. Quindi con gli ausiliari e gli operatori socio-sanitari costretti a fare la spola tra le macchinette automatiche e le stanze di degenza: «Sì, questo ha creato criticità per il personale e il malcontento dei pazienti che non hanno più il diritto di far colazione con una tazza di latte fresco. Chiediamo - concludono i sindacalisti - se gli alimenti in polvere permettano di mantenere la stessa qualità del latte intero per l’alimentazione dei pazienti ricoverati».

 

 

Degenti che da oggi dovrebbero ricevere tutti i pasti già confezionati, impacchettati nelle monoporzioni, mentre per i dipendenti continuerà la distribuzione di alimenti pre-imbustati: «Siamo preoccupati per il benessere dei lavoratori e chiediamo che, al posto degli alimenti nel sacchetto imbustato, vengano loro distribuiti dei buoni-pasto. Come Fials medici - aggiunge Giancarlo Delli Santi - siamo preoccupati anche per i degenti, il cui vitto è parte integrante dei piani terapeutici. Chiediamo alla nuova direzione generale dell'Asl Roma 2, che non ha responsabilità per l'attuale situazione, di ripristinare al più presto il funzionamento della cucina del Sant'Eugenio». Ma l’azienda sanitaria, interpellata da Il Tempo, per ora preferisce non rispondere. Però la Fials continua a chiedere, come fa ormai da sette mesi, di «ripristinare la ristorazione fresco-caldo a tutela della qualità e della sicurezza igienico-sanitaria con tutte le certificazioni di legge, i controlli sulla qualità dei prodotti o del servizio per soddisfare il fabbisogno della nutrizione ospedaliera».

 

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