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Mancano i medici, pronto soccorso a rischio

Antonio Sbraga
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Pronto Soccorso ridotti al limite di «guardia»: se entro due settimane non si colmeranno i buchi in organico di 23 medici, infatti, diventeranno a rischio le coperture dei turni di guardia da venerdì 15. Il conto alla rovescia riguarda i 5 Pronto Soccorso di Tivoli (dove sono rimasti 9 medici + 4 neolaureati), Colleferro (5 + 4), Palestrina (8 + 1), Monterotondo (4) e Subiaco (3), con gli ultimi due presidi che per primi rischiano il taglio dell’orario ed un declassamento di fatto. C’è sul tavolo, infatti, «l’ipotesi di trasformare i Pronto Soccorso di Monterotondo e Subiaco in Punti di Primo intervento con un orario ridotto dalle 8 alle 20», avverte la consigliera regionale Francesca De Vito (Gruppo Misto) dopo un sopralluogo effettuato ieri all’ospedale di Palestrina, dove ha ribadito l’esigenza «di integrare al più presto le risorse umane, evitando di ricorrere a cooperative o, peggio, a disservizi».

Ma l’Asl Roma 5 è dal luglio scorso che va avanti con la copertura dei turni di guardia solo grazie ai 12 medici «noleggiati» proprio da una cooperativa di Bologna, con un costo pari a 72,79 euro per ogni ora: la spesa è stata finora di 174.696 euro, «al fine di evitare l’interruzione dei servizi- come ha scritto nella delibera il direttore generale dell’azienda, Giorgio Giulio Santonocito- nelle more dell'autorizzazione e attivazione della gara, richiesta alla Regione». Dalla quale, però, ancora non arrivano indicazioni. L’unica novità riguarda l’indizione del concorso pubblico, in forma aggregata, per 153 medici, di cui 20 per l’Asl Roma 5 (gli altri sono: 7 per il San Giovanni Addolorata, 10 per l’Asl Roma 3, 15 per la Roma 4, 31 per la Roma 6, 20 per l’Asl Frosinone, 8 per Viterbo, 35 per l’Ares 118, 5 per l’Umberto I e 2 per il Sant’Andrea).

 

 

 

 

 

Ma per le assunzioni bisognerà attendere almeno il nuovo anno: il termine per le domande, infatti, è fissato a domenica 10, ossia 4 giorni prima della scadenza del «noleggio» dei medici-Coop. Senza il cui ausilio rischia di andare in affanno anche l’unico Dipartimento d’emergenza ed accettazione (il Dea di Tivoli) a disposizione del mezzo milione di residenti dei 70 Comuni del quadrante est: «Questa situazione è inaccettabile, abbiamo chiesto un’audizione alla Conferenza dei sindaci e al direttore generale dell’Asl, la Regione intervenga subito», dice il presidente del Comitato salute e Ambiente Roma 5, Stefano Fabroni. Anche perché già ci sono reparti chiusi (Lungodegenza da ben 11 mesi a Subiaco) o di fatto ormai inattivi (Chirurgia, sempre a Subiaco, con soli 2 medici da 3 mesi).

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