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Stadio della Roma, "Raggi furiosa". Il retroscena sulla delibera approvata in ritardo

Fernando Magliaro
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Una seduta di Giunta ad alta tensione, quella di ieri, venerdì 28, in cui è stata approvata la delibera che avvia il procedimento di revoca del pubblico interesse allo Stadio della Roma di Tor di Valle. Più correttamente, sarebbe meglio parlare di due sedute, non di una sola. La partenza è giovedì, nel tardo pomeriggio. Gli uffici stanno ancora perfezionando il testo: vanno ancora apportate le ultime correzioni e apposte le ultime firme, quando dall’ufficio del Sindaco parte la disposizione di essere pronti per il giorno dopo, venerdì 28 appunto, per le 11 di mattina.

La riunione inizia quasi puntuale: in presenza, nella Sala delle Bandiere, ci sono il sindaco, Virginia Raggi, e l’assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese. Insieme a loro il segretario generale, Paolo Mileti, e la sua vice, Caterina Cordella, che si occupa espressamente del supporto giuridico-amministrativo alla Giunta. Gli altri assessori sono connessi da remoto. 

Il sindaco Raggi introduce la delibera ma il Segretario generale obietta che ci sono ancora delle limature da fare al testo: devono essere modificati alcuni passaggi formali.  Serve un po’ di tempo per l’arrivo dei tecnici che devono modificare il testo. A quel punto, il Sindaco è visibilmente contrariata dal ritardo e anche dalla fuga di notizie sull’approvazione che ancora non è avvenuta ma è stata annunciata come fatta. 

Poco dopo l’arrivo dei funzionari che iniziano a lavorare alle modifiche direttamente su un portatile in Sala delle Bandiere (quella deputata ad ospitare le riunioni della Giunta), rientra la Raggi che si rende conto dell’ulteriore ritardo e esplode prendendosela con il Segretario apostrofandolo in modo piuttosto duro: “la delibera doveva già essere pronta; alle undici e mezza ho da fare. Vi voglio tutti qui alle cinque per approvarla” dice rivolta agli Assessori connessi online. Ed esce dalla stanza sbattendo la porta. Risultato: la delibera, su cui più di un assessore nutre dubbi quanto meno sulla tempistica così accelerata, rimane sospesa. 

Alle cinque del pomeriggio, tutti connessi ma la Raggi si presenta con un’ora e mezza di ritardo. Però - a parte essere decisamente contrariata per la mancanza di Gianni Lemmetti, il titolare del Bilancio - la Raggi è molto più serena e consapevole di essersi lasciata trasportare, per farsi perdonare si presenta con dei cioccolatini per il Segretario generale.  Alle 18.40 circa, delibera approvata. 

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