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I romani in crisi si affidano ai cartomanti. Cosa chiedono

Vogliono sapere se riavranno il lavoro e una vita normale

Alessio Buzzelli
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Mai come durante questa emergenza sanitaria la vita degli italiani è stata attraversata, segnata, scossa dall'incertezza. Comprensibile dunque che molti cerchino di capire come sarà il proprio futuro, di provare ad anticipare in qualche modo ciò che sarà, ciò che verrà: c'è chi lo fa sperando, chi progettando, chi pregando e chi, in mancanza di altro, consultando un cartomante. Un modo come un altro, quest'ultimo, per tentare di puntellare le proprie incertezze, di vedere – o illudersi di vedere – il proprio domani con un poco di anticipo; o ancora, più semplicemente, per provare a scacciare via per qualche istante la paura del futuro.  Per approfondire leggi anche: Il pugno di Bergoglio contro maghi e cartomanti Perché il virus, insieme al brutale timore esistenziale (cioè quello per la propria vita), ha attivato negli italiani tutta un'altra serie di paure per così dire collaterali: finanziarie, sociali, lavorative, emotive. È per questo che certe persone decidono di rivolgersi alle carte, o meglio ai tarocchi, sperando di trovare, tra una Papessa e un Eremita, una traccia del proprio destino. Riavrò il mio posto di lavoro? Riuscirò a rientrare del mutuo acceso prima dell'emergenza sanitaria? Potrò tornare ad avere una vita sociale normale dopo la quarantena? Queste sono alcune delle domande che i cartomanti romani si sono spesso sentiti rivolgere da quando sono tornati sui marciapiede con i loro banchetti. Non che prima del Covid-19 i clienti non chiedessero vaticini sul proprio lavoro o sulla propria vita sociale; ma a sentire loro, gli oracoli della strada, negli ultimi tempi queste richieste si sono fatte più frequenti. Ninetta, storica cartomante di Piazza Vittorio, ci racconta... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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