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"Siamo stati noi a sparare a Manuel"

Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano hanno confessato l'agguato

Fermati due ragazzi per il raid dove è rimasto ferito il giovane nuotatore. La confessione al magistrato: "Abbiamo fatto fuoco per errore"

Silvia Mancinelli
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La testa bassa e le mani che si rodono nervose e sudate sui jeans indossati in fretta sembrano prendersi gioco del doppio taglio e dei tatuaggi che per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano sono sempre stati la consacrazione della loro durezza. «Abbiamo sparato per errore», hanno detto i due ragazzi davanti ai pm Elena Neri e all'aggiunto Nunzia D'Elia. Senza mai piangere, braccati dai loro avvocati che ieri li hanno accompagnati in Questura, hanno raccontato di essersi sbagliati. Un po' per la pioggia battente, un po' per il buio. E Manuel Mateo Bortuzzo, giovane promessa del nuoto, non potrà più camminare. Della "svista" devono essersene accorti subito, quando hanno deciso di lanciare a terra la pistola calibro 38 ritrovata martedì mattina in via Menandro, pochi metri più avanti rispetto al distributore di sigarette dove è stato ferito il diciannovenne trevigiano. Qualcuno, a Villaggio San Giorgio, sabato notte ha raccontato di aver sentito un motorino sfrecciare, pochi minuti dopo le 2, prima delle urla: «Adesso se pijamo Piazza». Alle 3,25 l'Sh di Lorenzo Marinelli sarebbe finito in cenere nel giardino del lotto tra via Telemaco Signorini e via Gino Bonichi. Massimo Coni, che abita a pochi passi da lì, è stato svegliato dalla fiammata. «Sono certo dell'orario perché ho una sveglia digitale e ho guardato lo schermo prima di affacciarmi alla finestra - ha detto -. Ho visto il motorino in fiamme ma non ho chiamato le forze dell'ordine. Ero attento che il fuoco non bruciasse i palazzi e le macchine nel piazzale». I due amici inseparabili, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, dai lotti dove sono nati e cresciuti non si sono mai allontanati. Il primo, ventiquattrenne nipote del più famoso Stefano, boss legato al clan Guarnera morto due anni fa, era stato riconosciuto subito dagli agenti del commissariato Lido. Non indossava il casco, a differenza dell'altro, il venticinquenne coperto da un elmetto bianco e inizialmente non identificato perché conosciuto dai testimoni, uno su tutti, col soprannome di "Piddu". «A sparare è stato Lorenzo - avrebbe detto ieri Daniel agli inquirenti - non sapevo avesse... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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