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Ncc in piazza bruciano Di Maio

In piazza della Repubblica gli agenti in tenuta antisommossa

Silvia Sfregola
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Momenti di alta tensione, a Roma, durante il sit-in di protesta degli Ncc nella centralissima piazza della Repubblica. I manifestanti, scesi in strada contro la manovra del Governo, hanno incendiato un fantoccio con le sembianze del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Uno di loro si è cosparso di benzina e ha tentato di darsi fuoco: "Toninelli, con quella porcata che ha fatto, toglie dignità e lavoro alla gente onesta. Sono dieci anni che faccio questo lavoro, adesso arriva lui e ce lo toglie?", ha spiegato. Nella manovra, si prevede lo stop al ritorno in rimessa per il servizio Ncc e la moratoria di 90 giorni per le sanzioni. I conducenti potranno operare a livello provinciale "ma senza dover tornare sempre in rimessa". La deroga è prevista solo se nel 'foglio di servizio' già sono indicate "più prenotazioni oltre la prima". Il decreto legge prevede anche una deroga per 2 anni per chi abbia contratti con società di altri territori, stipulati fino a "15 giorni" prima dell'entrata in vigore della norma. Previsto infine lo stop al rilascio di nuove autorizzazioni fino alla piena operatività di un nuovo "archivio informatico pubblico nazionale", dove dovranno essere registrate anche le licenze dei taxi. Prima della protesta, tre rappresentanti degli Ncc hanno consegnato all'ufficio accettazione della Presidenza della Repubblica un documento ma, specifica il Colle, "non vi sono stati incontri con delegazioni né considerazioni di alcun genere da parte del Quirinale". L'agitazione delle ultime ore "spiega bene lo stato di forte preoccupazione dei tanti noleggiatori che anche oggi non hanno avuto alcuna garanzia sul futuro del proprio lavoro", dice Giorgio Dell'Artino, presidente di Azione Ncc. "Se siamo arrivati a questo punto - insiste - la responsabilità è solo del Governo, che, di fronte alle nostre legittime richieste, ha dimostrato la sua incapacità di gestire questa situazione". I conducenti lamentano una mancata attenzione dell'esecutivo nei loro confronti e una disparità di trattamento con i tassisti. Secondo Azione Ncc, il governo si è "chiuso a riccio sdraiandosi sulla posizione dei tassisti che ad ora sono stati gli unici ad essere ricevuti, nonostante la nostra categoria, l'unica condannata dal provvedimento, abbia richiesto un incontro da settimane". Quello che chiedono gli Ncc è "una risposta con un impegno concreto nel regolamentare il settore, così da non lasciare senza lavoro né futuro 80mila persone e le loro famiglie".

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