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Sgomberato il simbolo delle okkupazioniEcco gli altri 75 palazzi in mano ai clandestini

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Nello stabile a Piazza Indipendenza c'erano 500 immigrati. La proprietà: "Ci sono voluti quattro anni". Dal centro alla periferia sono almeno 10mila persone a vivere nell'illegalità

Silvia Sfregola
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Diecimila persone, 75 palazzi "sequestrati" nella Capitale. Questi i numeri delle occupazioni abusive che destano maggiore preoccupazione per l'ordine pubblico e per la sicurezza degli stessi occupanti. Nella maggior parte dei casi si tratta di grossi caseggiati, nel centro della Capitale così come in periferia, in cui vivono irregolarmente famiglie di immigrati, richiedenti asilo, provenienti da Nordafrica e Medioriente. In questi stabili donne e bambini vivono in precarie condizioni igieniche, con l'incubo di malattie infettive come la tubercolosi e la scabbia - l'allarme è stato sottolineato in diversi espisodi dal personale medico dell'azienda sanitaria regionale -. Da non sottovalutare il problema della mancanza delle condizioni di sicurezza degli impianti elettrici e di quelli a gas. Cucine improvvisate con fornelli da campo, allacci abusivi e precari della corrente, il massiccio utilizzo di bombole del gas, così come riscontrato dai vigili del fuoco intervenuti nel 2015 all'interno del palazzo di via Curtatone, a piazza dell'Indipendenza. E ancora il numero impreciso degli occupanti: diecimila persone è una stima certamente al ribasso. I mpossibile determinare l'esatto numero degli inquilini dei palazzi occupati. Basti pensare che le sporadiche visite degli operatori sociali avvengono di giorno, quando gli  stabili si svuotano. La sera gli inquilini rientrano riempiendo ogni angolo delle strutture, compresi corridoi e cantine. Tra il giorno e la notte i numeri possono triplicare, rendendo di fatto impossibile un'operazione di censimento. E quando non si possono contare le presenze sul territorio diventa impossibile anche... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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