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Election day, Alemanno pronto a dimettersi

Scoppia la sindrome delle primarie

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 Election day sì, election day no. Si divide anche su questo la politica non solo nazionale. Del resto la partita nel Lazio, con il rinnovo del Campidoglio, vale doppio. Lo sanno bene i partiti e i diretti interessati, al punto tale che il sindaco Alemanno è disposto a dimettersi in anticipo pur di accorpare in un'unica tornata elettorale politiche, regionali e comunali. Una questione tuttavia non solo economica. Sulla vicenda, ovviamente, si pronunceranno i giudici del Tar. Il Codacons ha presentato ieri il ricorso al Tar per unificare le date delle regionali, il 3 e il 4 febbraio, con le politiche che, sembra, si possano svolgere o il 10 e 11 febbraio o, più probabile, il 24 e 25 febbraio. Sovrapporre diverse campagne elettorali e aprire le urne in due momenti separati ma ravvicinati, rappresenta in effetti uno sperpero inutile di soldi e di opportunità. Il rischio confusione tra candidati e turni elettorale è altissimo. Sullo sfondo, tuttavia, un altro nodo da sciogliere, quello delle elezioni capitoline. Il mandato di Gianni Alemanno scade il 7 aprile. «Non è per strategia politica ma per buon senso che occorre puntare all'election day che, a fine febbraio, metta insieme tutto. È evidente che non si può votare per la Regione mentre è in corso una campagna elettorale nazionale: è una cosa che non è mai avvenuta in Italia. Non è neanche immaginabile fare tre turni di votazioni - ha detto il sindaco - come vorrebbe il Pd, con le comunali ad aprile dopo le regionali e le politiche: sarebbe una cosa assurda e uno spreco di denaro pubblico incredibile». Alemanno punta a un'unica tornata elettorale, non tanto per candidarsi contemporaneamente a sindaco e in Parlamento, quanto piuttosto per contenere il fenomeno dell'astensionismo e puntare al "rilancio" del centrodestra nazionale che avrebbe ricadute sul consenso nella Capitale. Di parere opposto il Pd che attacca con il segretario romano Miccoli e che di fatto avrebbe bisogno di più tempo, se non altro per chiudere la quadra sul candidato a sindaco, ovvero il segretario regionale Enrico Gasbarra, e la sempre più probabile alleanza con l'Udc. Un secco no all'election day arriva anche dai Municipi. Matteo Costantini, candidato alla presidenza del I con la lista «Uniti per il Centro storico», punta il dito sulla difficoltà della raccolta firme per le candidature municipali quando ancora non si è definito quali dei 5 parlamentini su 19 andranno cancellati. Un dettaglio questo niente affatto secondario.

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