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Batterio killer, muore neonato al Bambino Gesù

Bambin Gesù, Roma

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Era nato all'ospedale San Pietro. E la sua seconda vita l'aspettava al Bambino Gesù, da un intervento salvavita per una malformazione cardiaca congenita. Ma la nuova vita che aspettava un neonato di nemmeno 40 giorni è stata stroncata, ieri pomeriggio, da un batterio killer contratto presumibilmente in ospedale. E ora il padre chiede che si indaghi su questa morte. Ed è sempre il padre, R.C. 36 anni, residente ad Anguillara Sabazia che racconta la sequenza dei fatti. Ieri pomeriggio ha sporto denuncia al commissariato Borgo, assistito dal legale di fiducia Dario Andreoli, e dallo Sportello legale sanità (avvocati Francesco Angelini e Francesco Barocco). Il bimbo era nato con una malformazione congenita il 31 ottobre all'ospedale San Pietro Fatebenefratelli. «Per tale motivo - racconta lo sfortunato genitore - l'ospedale aveva preventivamente concordato con il Bambino Gesù il trasferimento alla nascita di mio figlio presso quest'ultima struttura per sottoporlo ad intervento chirurgico correttivo al cuore». Il trasferimento avviene. Ma il bimbo è sottopeso. L'operazione deve essere necessariamente rinviata. Viene trasferito nel reparto di Terapia intensiva «dove rimane per qualche giorno» spiega il papà. Migliora. E passa «nel reparto di Terapia subintensiva». Infine, «il 30 novembre a Cardiologia». Il giorno seguente, l'inaspettato. «Le condizioni di mio figlio peggiorano drasticamente». Ieri pomeriggio l'epilogo. Il bimbo muore verso le 15.30. È ancora il padre a spiegare il motivo. «Mio figlio avrebbe contratto un'infezione nosocomiale da batterio Serratia Marcescens, che ne avrebbe causato il decesso». Il batterio in questione, è un «batterio opportunista» spiega Pierluigi Bartoletti, segretario regionale della Fimmg, la Federazione dei medici di famiglia. Il batterio non è particolarmente temibile. Ma solo «in organismi normali è generalmente inoffensivo» spiega ancora Bartoletti che sottolinea che «è anche un batterio purtroppo di attualità nei reparti di terapia intensiva, dove diventa causa di frequenti infezioni». Quella che potrebbe aver ucciso il neonato in attesa di un'operazione salvavita.  

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