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Bowling con le birre: studente ubriaco precipita dal muretto

Ragazzo Spagnolo precipita da un muretto alla stazione metro Cipro (Foto Gmt)

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Un salto come la pubblicità dell'olio Cuore. Con le mani che fanno leva sul muretto e le gambe che si sollevano atletiche. Ma dall'altra parte c'è il vuoto. Lo studente ubriaco se ne accorge troppo tardi. Tradito da un errore di valutazione. Quando il corpo è già sollevato in aria. Inutilmente tenta di aggrapparsi con le mani. Precipita sul piazzale della stazione della metropolitana alla fermata Cipro. Il suo cuore ha cessato di battere ieri sera. Sembrava la solita banda di teppistelli ubriachi che urlano nel cuore della notte e danneggiano le auto. Invece i dieci ragazzi che lunedì notte hanno fatto infuriare i residenti di piazzale degli Eroi, nei pressi della fermata metro Cipro, una zona che da un po' di anni a questa parte ha cambiato faccia, piena di stranieri di ogni etnia, erano studenti spagnoli dell'ultimo anno in gita scolastica nella Capitale. L'altra notte alle 3.45 giocavano a bowling lanciando lattine accartocciate usate come palle di ferro contro bottiglie di birra e vino vuote. E non hanno colpito solo i vetri ma danneggiato anche le auto in sosta. Qualcuno ha chiamato il 112. E quando sono arrivati i carabinieri c'è stato il fuggi fuggi. Uno dei ragazzi, purtropo, un diciottenne di Palenzia, Juan Delegato, studente dell'ultimo anno di una scuola per recupare gli anni perduti, è saltato giù da un muretto della metropolitana, chiusa a quell'ora. E dopo un salto di sette metri è arrivato in fin di vita al policlinico Gemelli, in condizioni «disperatissime». È morto ieri sera alle 21. Era sfracellato. Non è stato possibile donare gli organi. È finita nel dramma la gita di maturità di 35 studenti spagnoli arrivati a Roma venerdì. Ma che sarebbe potuto succedere di tutto se ne erano avuti i sentori. Sbornie, danneggiamenti, schiamazzi. Anche i genitori della vittima, che ieri sono arrivati a Roma al capezzale del figlio, spirato nel reparto di rianimazione, erano stati avvisati. Come le famiglie degli altri compagni di scuola, tra i 18 e i 21 anni: erano state più volte allertate dagli insegnanti che anche nei giorni scorsi non riuscivano a tenere a freno gli allievi. Alloggiavano nel residence in via Candia. Dove hanno fatto vedere i "sorci verdi" al portiere. Anche lunedì pomeriggio, la vigilia del rientro a casa. Quando la scolaresca si preparava a festeggiare l'ultima notte trascorsa a Roma con una scorta di alcolici e wodka acquistati al supermarket. Volevano fare il "botto". E purtroppo ci sono riusciti. I ragazzi si sono prima riuniti nelle camere, con la scorta di superalcolici, vino e birre. Hanno stappato come fosse l'aperitivo. Pregustando l'arrivo della notte. Verso l'una, quando gli insegnanti hanno chiuso la porta delle loro camere per dormire, sono usciti alla chetichella da un ingresso secondario. Sono arrivati in via Giulio 25, nei pressi della fermata del metrò Cipro, accanto all'ospedale Oftalmico. Già ubriachi fradici, si sono messi a giocare a bowling con le bottiglie vuote. Lanci di palle di ferro che hanno danneggiato le auto in sosta. Verso le 3.45 un residente ha telefonato al 112. Le telecamere della zona, al vaglio dei carabinieri del Gruppo Roma, diretto dal colonnello Giuseppe La Gala, diranno come è andata. Ma secondo una prima ricostruzione quando è arrivata la pattuglia dei carabinieri, senza sirene e lampeggianti, c'è stato il fuggi fuggi. Un gruppo viene bloccato. Tre ragazzi, compresa la vittima, si sono diretto alla metro Cipro. La stazione era chiusa. Si sono trovati davanti un muretto alto un metro e 20. Due si sono fermati. Il diciottenne invece ha saltato il muretto ed è caduto nel vuoto, schiantandosi sul piazzale antistante l'ingresso della fermata Cipro. Un addetto alle pulizie, che aveva appena finito il turno di lavoro e, salite le scale, era appena uscito dalla stazione, ha visto tutto. Sono state le sue urla ad attirare i carabinieri. «È stato terribile - avrebbe raccontato ancora sotto choc - il ragazzo ha tentato di aggrapparsi per non cadere di sotto quando era già dall'altra parte. «Vedo ancora una mano che tenta un inutile aggancio mentre precipita». L'uomo urla, chiama la vigilanza interna per far aprire il cancello e tornare giù, dove il giovane sfracellato respira ancora. Arrivano i carabinieri, i primi a prestargli soccorso. Il cuore batte ancora. Arriva l'ambulanza del 118. La disperata corsa al Policlinico Gemelli. Per cinque, sottoposti all'alcol test, la conferma che erano ubriachi.

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