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Bimbo conteso. Spunta il boss paciere

I rilievi dopo l'omicidio nel quartiere Montespaccato (Foto Gmt)

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Un malavitoso della zona doveva fare da paciere nella vicenda del bimbo conteso tra le due famiglie, Zioni e Lo Pinto. Un ruolo però che è finito nel sangue. Si delineano nuovi retroscena dell'omicidio di Marco Zioni, martedì pomeriggio, a Montespaccato, raggiunto da un colpo di pistola durante una «riunione» in strada tra i clan Zioni e Lo Pinto, rispettivamente della mamma Gioia e del papà Marco, separati, 20 e 18 anni, genitori di un bimbo di dieci mesi. Ieri è stato rilasciato uno dei cugini ventiquattrenne di Marco Lo Pinto, fermato mercoledì dai carabinieri con l'accusa di concorso in omicidio. Il pm Elisabetta Ceniccola non ha chiesto al giudice la convalida del provvedimento, ha confermato l'impianto investigativo ritendo il giovane indagato per la stessa ipotesi di reato. Sullo sfondo della storia, per i carabinieri del Gruppo Roma del colonnello La Gala sembra si apra un nuovo scenario. Quel giorno a casa della madre Gioia Zioni era arrivata la lettera dell'avvocato di Marco Lo Pinto con la quale si invitava la ragazza a consentire al papà di poter vedere suo figlio. La giovane avrebbe preso il telefono, chiamato l'ex compagno rimproverando l'ex compagno. Nella conversazione si sarebbe inserito il padre di lei invitando il ragazzo a non insistere. Lo scambio di battute non sarebbe bastato. Così i due avrebbero deciso di incontrarsi. Però, prima del faccia a faccia col giovane Marco Lo Pinto, Zioni senior avrebbe preferito chiarirsi col padre di lui, in pratica un incontro tra persone adulte. L'appuntamento è fissato. Da Primavalle è andato a Montespaccato. Ma non da solo. Il cugino di Gioia, Marco Zioni (la vittima), era a bordo della Smart grigia insieme con Giordano, fratello della giovane mamma. E in un'altra vettura c'erano il nonno materno, Aldo Zioni, e lo zio dei ragazzi, Bruno. I Lo Pinto, invece, sarebbero arrivati su una Mercedes nera (anche due donne a bordo) e una Fiat 500 rossa. E qui sarebbe entrato in scena il malavitoso. Nel suo ambiente Bruno Zioni è personaggio con un curriculum di tutto rispetto. E probabilmente i Lo Pinto, maggiormente il ragazzo, volevano frapporre qualcuno che potesse evitare eventuali eccessive prepotenze. Ecco perché la presenza del presunto paciere. Ma qualcosa è andato storto. La discussione è peggiorata, qualcuno ha estratto la pistola e ha fatto fuoco, ferendo a morte Marco Zioni. Poi il fuggi fuggi. Molte persone mancano all'appello. Gli investigatori ne ricercano quattro. «Roma è una città che desta molta attenzione - ha detto ieri il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri - perché ci sono fenomeni significativi, ma la situazione è assolutamente sotto controllo e l'ultimo omicidio avvenuto è legato ad una questione familiare». «La dichiarazione del ministro - ha commentato il sindaco Gianni Alemanno - è una importante testimonianza contro tutti i polveroni mediatici e le polemiche politiche sollevate sul tema della sicurezza a Roma. È evidente che dei problemi a Roma ci sono e li stiamo denunciando da molto tempo e nella collaborazione che c'è tra il ministro e le forze dello Stato noi contiamo di vedere una risposta complessiva ad ogni rischio che viene dalla criminalità organizzata».

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