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Presa la baby gang del cavalcavia

autostrada

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Un mucchio di sassi per dimostrare la propria abilità. Bastava colpire una macchina per essere un «grande», uno tosto da rispettare. Poche, semplici regole per un gioco che sarebbe potuto finire in tragedia. Era quello che si erano inventati un gruppo di ragazzini, tutti tra i 12 e i 14 anni, che per passare il tempo lanciavano sassi dal viadotto Zelio Nuttal, a Dragona. Lo scopo era quello di prendere le macchine che passavano sotto di loro, lungo la via Ostiense. Un tiro ognuno, e se mancavi eri uno sciocco da deridere. A scoprire il passatempo di 12 bulletti, studenti della stessa scuola media di Acilia - bravi bambini, figli di gente per bene - sono stati i carabinieri grazie a una serie di indagini e appostamenti iniziati alla fine della settimana scorsa. Il 29 novembre tre automobilisti si erano ritrovati a denunciare a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro, il danneggiamento delle proprie macchine - una Fiat Idea, una Mitsubishi e un'Audi A3 - colpite dai sassi sul parabrezza le prime due, sulla carrozzeria l'altra. I militari quel giorno quasi non fecero in tempo a farsi un'idea sui responsabili che, l'indomani - alla stessa ora e dallo stesso punto - altre tre persone, al volante di una Toyota Yaris, di una Volkswagen Golf e di una Ford Fiesta, si sono ritrovate a denunciare la stessa cosa. Solo che quel pomeriggio, uno dei tre conducenti - quello al volante della Ford Fiesta - per poco, a causa della pietra che gli ha sfondato il vetro - non c'ha rimesso un occhio. Da lì i militari non si sono fermati mai: ascoltate decine di testimonianze, appostamenti a ogni ora, servizi di osservazione fino all'altro pomeriggio quando tre dei dodici ragazzini segnalati sono stati sorpresi in flagranza. Accompagnati in caserma, alla presenza dei genitori, hanno raccontato il loro pericoloso hobby spiegando che, per passare il tempo dopo i compiti, già da un paio di settimane si ritrovavano nei pressi della ferrovia della Roma-Lido e, dal viadotto Zelio Nuttal, si mettevano reciprocamente alla prova sfidandosi nei lanci con le auto come bersaglio. Grazie soprattutto alla collaborazione delle famiglie, naturalmente sgomente per quanto fatto dai figli, è stato possibile identificare gli altri nove «tiratori» ponendo fine al pericoloso gioco. Segnalati all'autorità giudiziaria con le accuse di getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato e lesioni personali, solo tre sono di fatto imputabili per aver già compiuto i 14 anni.

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