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Far west in Prati: ammazzato a colpi di pistola in pieno giorno

Agenti della polizia scientifica in via Grazioli Lante nel quartiere Prati a Roma. A terra, coperto da un lenzuolo verde, il cadavere di Flavio Simmi, ucciso a colpi d'arma da fuoco

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Nove colpi di pistola. Lo hanno raggiunto tutti al torace mentre era nella sua auto. Flavio Simmi, 33 anni, è caduto in un vero e proprio agguato, in via Grazioli Lante, in Prati. I killer lo aspettavano sotto casa con una pistola in pugno in sella a una moto nera di grossa cilindrata. Quando Simmi è salito sulla sua vettura, parcheggiata a pochi metri dal portone di casa in via Faa' di Bruno, ha fatto appena in tempo a inserire la retromarcia e a percorrere due metri che sono entrati in azione gli assassini. Non è escluso che la vittima si sia accorta di cosa stesse per accadere, dal momento che gli investigatori della Mobile hanno trovato il cadavere con ancora le gambe nell'auto e il corpo sull'asfalto. Come se avesse tentato di fuggire aprendo lo sportello. In quei brevi istanti il killer ha sparato nove proiettili calibro 9,21, che gli hanno perforato il fianco sinistro. Una scena alla quale ha assistito la moglie Paola Petti, che Simmi, con precedenti per rissa e lesioni, doveva accompagnare al lavoro con la sua Ford Ka grigia. Quando l'ha messa in moto, però, si sarebbe accorto che aveva una ruota a terra. Allora la compagna sarebbe scesa per dare un'occhiata alla gomma. Aveva l'ombrello in mano per ripararsi dalla pioggia. In quel preciso istante sono entrati in azione i killer. In via Grazioli Lante sono arrivati immediatamente gli agenti diretti da Vittorio Rizzi. Hanno iniziato ad ascoltare i testimoni presenti al momento dell'agguato e i parenti di Simmi, compresa la moglie, il padre e la madre. Poco dopo è arrivato Antonio Oliva, medico legale del Gemelli, che ha effettuato un primo esame del corpo crivellato di colpi: oggi effettuerà una tac e domani invece eseguirà l'autopsia, i cui risultati saranno poi consegnati in procura. Gli investigatori hanno ascoltato anche due operai che si trovavano su un montacarichi proprio davanti al luogo del delitto. I due avrebbero visto una moto nascosta sotto alle impalcature pochi istanti prima dell'imboscata. In sella c'erano due persone con il casco integrale. Per ora al vaglio degli inquirenti ci sono tutte le piste investigative. Flavio Simmi era stato vittima di un altro agguato l'8 febbraio scorso in piazza Monti di Pietà, appena uscito dalla gioielleria di famiglia. In quell'occasione Simmi fu raggiunto da diversi colpi di pistola alle gambe: all'epoca a sparare fu una calibro 22. Un'arma diversa da quella usata ieri per ucciderlo. Soltanto cinque giorni fa Simmi aveva terminato le cure alla gamba dopo mesi di visite e medicazioni. Gli investigatori ora stanno passando al setaccio tutta la vita della vittima e quella della famiglia: Flavio Simmi lascia due figli gemelli di appena un anno. Quello di ieri è il secondo omicidio in tre mesi in Prati. Ad aprile, infatti, fu ucciso il broker Roberto Ceccarelli, davanti al bar Vanni a due passi da piazza Mazzini. Le indagini sull'assassinio di Simmi sono coordinate dalla direzione distrettuale antimafia della Capitale, guidata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. La «storia familiare», le modalità con cui è avvenuto il delitto, la gambizzazione cui Simmi è stato vittima a febbraio, sono alcuni degli elementi che fanno «riflettere» chi indaga. Una matrice del delitto che sta portando gli inquirenti a porre sotto la lente d'ingrandimento soprattutto le sue frequentazioni negli ultimi mesi, cioè dal giorno del primo agguato in centro. Nei prossimi giorni saranno disposte le consulenze tecnico-scientifiche e saranno esaminate le immagini registrate dalle telecamere che si trovano sulla strada: da quelle del Genio militare della Marina a quelle che si trovano sugli edifici attorno alla strada del delitto.

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