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Maresciallo dei carabinieri digiuna per protesta

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.E lo rimarrà, anche se la legge lo ha tradito. Per tre volte in pochi mesi il maresciallo capo dei carabinieri Fabrizio Adornato, in servizio a Genova, ha protestato in silenzio, in borghese e con dignità davanti al Quirinale. Dal 24 maggio sta facendo lo sciopero della fame ad oltranza per ottenere giustizia. Da dieci anni papà separato di una bambina che oggi di anni ne ha 12, il maresciallo Adornato chiede che gli vengano riconosciuti i diritti di padre e di cittadino. Finora, sostiene, le decisioni dei magistrati lo hanno penalizzato, impedendogli di condurre una vita normale. Lui li ha denunciati. I loro «colleghi» hanno archiviato. Non stringe in mano cartelli. «Non voglio gettare discredito sull'Arma perché con la mia uniforme sono morte molte persone», spiega. Crede nella legge. «Mi sono affidato alla magistratura ma ho preso solo legnate, mi hanno tolto la casa, metà dello stipendio e ho problemi a vedere mia figlia», aggiunge. Per un anno e mezzo ha vissuto senza riscaldamento e senza acqua calda. Dal 2007 ha l'affido condiviso, ma il meccanismo non funziona come dovrebbe. «Ho 46 anni - si chiede - perché devo fare questa vita, qual è la mia colpa, quella di essere separato?». La sua voce è rimasta inascoltata. Così il maresciallo Adornato ha deciso di digiunare. Vorrebbe parlare con il presidente della Repubblica. Napolitano è il suo comandante, sottolinea, e anche il «comandante» dei magistrati e solo lui lo può aiutare. Altrimenti continuerà a non nutrirsi. Fino alle estreme conseguenze. «O vinco o muoio qui», giura. Parola di carabiniere.

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