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L'arte al servizio di donne e bambini

Isabella Rauti

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Le donne creano la vita. Non è un titolo scelto a caso, quello del progetto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che da oggi alle 17.30 fino al 18 giugno farà «mostra" di sè alla Fondazione Memmo, in via del Corso 418. Si tratta infatti di un'esposizione di 50 quadri della pittrice Elisabetta Farina che verranno messe all'asta, così come, per la prima volta a Roma, il progetto si avvale anche della partecipazione di privati che metteranno a disposizione oggetti. Tra i partner Gilly, Le Fablier e Ambrosini gioielli Milano. Tra gli interventi previsti, il ministro Carfagna, il sottosegretario Letta, il sindaco Alemanno, la presidente della Regione, Polverini e l'assessore capitolino alla Cultura, Dino Gasperini. Promotrice e organizzatrice della mostra di beneficenza, la consigliera e membro dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, Isabella Rauti. Onorevole Rauti in cosa consiste questo progetto? «Il progetto "Women Create Life" ha lo scopo di migliorare la salute delle donne e dei bambini nel mondo, due degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati nel 2000 dalle Nazioni Unite e riaffermati anche dal G8 dell'Aquila, da raggiungere entro il 2015 e che fissano la riduzione di due terzi la mortalità infantile e tre quarti quella femminile». Un traguardo ambizioso. «Al momento su questi obiettivi si è agito troppo poco e per raggiungerli occorre adesso spingere sull'acceleratore. In moltissimi casi si tratta davvero di predisporre semplici accortezze. Ad esempio basterebbe far partorire una donna anche in un ospedale da campo e non in una tenda per ridurre sensibilmente il rischio di mortalità per lei e per il bambino». Perché scegliere quadri o comunque espressioni artistiche per la raccolta fondi? «Tutti i quadri raffigurano soggetti femminili di ogni parte del mondo. Tutte sorridenti e felici per mostrare che a prescindere dalla latitudine e dalle diverse condizioni di vita, le donne e le madri possono e devono essere protagoniste della vita. Ogni mamma che muore lascia un bambino il cui destino sarà più incerto. E la maggior parte di questi drammi si può evitare davvero con poco. L'arte è la forma di comunicazione che più si addice a far comprendere questo fondamentale messaggio». Sus. Nov.

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