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«Bisogna educarli come i figli»

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Lifa stare meglio, perché anche a loro servono regole». Educarli li rende felici? «Sì, ce lo richiedono. Ognuno deve saper stare al suo posto, il lasciar fare nuoce anche ai cani. E per farsi rispettare può bastare solo l'autorevolezza, non servono punizioni». Se ci fosse più educazione sparirebbero le liti per i cani nei parchi? «Certo. Una buona educazione, del cane, ma anche del padrone, è necessaria per una felice convivenza con gli altri, che potrebbero amare i cani non allo stesso modo in cui li amiamo noi». La sua è una famiglia che ama gli animali. In particolare sua figlia Giuliana. «Noi abbiamo avuto sempre tantissimi animali. Ed è vero che l'ultimogenita, Giuliana, ha forzato la mano in famiglia. Ha voluto cani, gatti, pesci e uccellini». Anche la sua nipote diciannovenne Giorgia è un'appassionata. «Lei ama molto i cavalli. Il suo ebbe una pleorite con versamento pleurico, i veterinari ci dicevano che doveva essere abbattuto. Ma l'amore di Giorgia ha vinto. Giorgia andava a Campagnano tutti i giorni a trovarlo, a farlo passeggiare un pochino perché secondo lei altrimenti si sarebbe sentito abbandonato. Quando arrivava il cavallo riconosceva il rumore della macchina e nitriva. Sta di fatto che anche il veterinario che l'aveva in cura, il dottor Valerio Serata, della clinica Equine Practice di Campagnano si è ricreduto. E ha continuato a insistere nelle cure. E così è guarito». G. M. Col.

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