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Taxi, in forse l'aumento delle tariffe

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Macrescono i dubbi sulla votazione e sull'opportunità di dare il via libera al rincaro di quello che è considerato un «servizio pubblico non di linea». A dire no agli aumenti è il capogruppo de La Destra, Dario Rossin che sintetizza: «In un momento di vacche magre in cui si chiede a tutta la comunità di fare sacrifici non ci si può permettere di varare alcun tipo di aumento di tariffe». Non solo La Destra però. Anche l'Udc e il Pd sono intenzionati a non partecipare al voto. «La Delibera per l'aumento delle tariffe taxi, che andrà in discussione in Consiglio comunale da mercoledì 9 giugno, è una delibera già sensibilmente migliorata grazie al contributo e alla collaborazione dei consiglieri Pd in commissione Mobilità, ma il Pd si asterrà in Consiglio dal votare una delibera di aumento delle tariffe taxi in un momento come questo, connotato da una crisi economica e da misure di restrizione che colpiranno la grande maggioranza dei romani - dichiarano in una nota i membri Pd della commissione Mobilità del Comune di Roma Fabrizio Panecaldo e Massimiliano Valeriani - ancora più insensato un aumento del costo del taxi mentre la categoria dei tassisti rischia di dover fronteggiare il contraccolpo della tassa di soggiorno che ancora non sappiamo in quale misura ridurrà i flussi turistici o comunque il numero dei giorni di soggiorno del turismo di gruppo e famigliare». Difende l'aumento il cosigliere comunale del Pdl, Maurizio Berruti: «L'adeguamento tariffario che verrà discusso in aula consiliare si è reso necessario dopo che la tariffa stessa, a suo tempo determinata con una delibera di Veltroni, è scaduta il 31 dicembre scorso. Ricordiamo che un prezzo amministrato ha necessità, per essere tale, della periodicità dei controlli. Abbiamo ereditato dalle passate giunte - aggiunge Berruti - un metodo di aggiornamento dei prezzi che è obsoleto e che deve essere cambiato e, proprio in virtù dell'equilibrio e della responsabilità che contraddistinguono questa amministrazione».

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