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Palazzi terremotati, è colpa dell'incuria

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Alberto ha messo i secchi al posto dei gerani per raccogliere l'acqua che goccia sotto l'attico. Al primo piano invece le figlie di Luciana devono spostare il letto al centro della stanza quando piove. E una ringhiera del balcone della signora Gori si è staccata ed è finita di sotto, per fortuna non passava nessuno. Case che sembrano terremotate a via Sante Bargellini 23. Nella strada dietro l'inferno d'auto all'inizio di via Tuscolana c'era un paradiso. Ma l'incuria ha divorato gli appartamenti costruiti alla fine degli anni Sessanta. E i tre palazzi di otto piani dell'Inpdap dove abitano quasi 200 famiglie sono diventati un posto pericoloso. «Prima o poi ci scappa la tragedia» raccontano i residenti, che hanno aperto la porta a Il Tempo per farsi fotografare insieme ai danni che hanno in casa causati, dicono, dall'«assenza di manutenzione».  «La Romeo si è scordata di noi» raccontano. E i risultati si vedono. «Acqua dal soffitto, muffa che divora le pareti e inquina l'aria. E l'amianto sui tetti». Da settembre gli inquilini fanno i conti con il discendente dell'acqua. Dal primo piano all'ottavo delle scale A1 e B1 è un rosario di proteste. Cominciamo dall'attico, dove c'è la «canala maledetta», così la definisce Alberto Proietti, sposato e con due figli. «È ostruita e sempre gonfia d'acqua - spiega - non posso correre il rischio che cada in testa ai bambini che devono anche dormire in una camera piena di muffa». Ai piani sottostanti è una discesa agli inferi. «La muffa ha attecchito ovunque» mostra il soggiorno e la cucina Giuseppe, il figlio della signora Emma Zangari. Giovanna Caruso Ruscio invece ha il bagno senza riscaldamento. «I pompieri mi hanno chiuso l'acqua, e addio termosifone». Isabella Pompei è allergica alla muffa e la sua casa è perfetta. «E sfido - svela il segreto - faccio imbiancare a mie spese una volta al mese se non voglio morire». Paga di tasca i lavori Filippo Valenti ma non è il solo. «Dal '94 ho speso almeno 20 milioni delle vecchie lire» dice. Al quarto piano c'è Elena Onofri e la sua croce è la cucina. «Spesso si allaga e sgorga anche la cacca dal lavello». Un problema lamentato anche al primo piano. «La troviamo anche nella lavatrice - dice Fabio Penna - perché nella colonna della cucina passa lo scarico del bagno dell'8 piano». Martedì la Romeo ha inviato gli operai, dopo raccolte firme ed esposti. «È venuto un camion con la piattaforma, lo accendono ma fanno finta di lavorare - dice Alberto - Solo il primo giorno hanno pulito il sottotetto intorno al palazzo della scala A1 e B1. Da allora fanno il giretto intorno al palazzo, per me sono solo soldi buttati». Il tubo del discendente però gliel'hanno cambiato. «Ma non avevano il frullino e se lo sono fatti prestare da operai nei dintorni». Sprovvisti di tutto. «Mio suocero ha dovuto comprare un tubo da sostituire e non avevano i sacchi per i calcinacci». Non si lavora così, conclude Alberto. «Il principale fa i blitz a sopresa, ma qui la situazione è ferma - dice -. L'operaio sulla piattoforma del camion fuma tutto il giorno, ci sarebbe da filmarlo. Invece l'operaio romeno s'è spaccato le mani per rompere i muri perché non gli hanno dato neanche i guanti».

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