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Caso Orlandi, stessi identikit per Mirella ed Emanuela

I manifesti affissi a Roma nel venticinquesimo della scomparsa delle due giovani, Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi

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La sparizione di Mirella Gregori collegata a quella di Emanuela Orlandi. Qualcosa di più di un'ipotesi investigativa che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Simona Maisto vogliono accertare. Mirella Gregori è la ragazza scomparsa il 7 maggio del 1983, 46 giorni prima della cittadina vaticana, le cui tracce si sono perse il 22 giugno dello stesso anno. In particolare chi indaga vuole accertare se siano le stesse persone responsabili dell'allontanamento forzato di entrambe le ragazze, ossia se anche dietro la scomparsa della Gregori vi siano persone «vicine» alla banda della Magliana. Ciò anche al fine di delineare i moventi di queste due scomparse. L'elemento determinante è quello degli identikit. Infatti, le persone oggi indagate per il sequestro di Emanuela Or landi corrispondono a due degli identikit disegnati in base alle descrizioni della mamma di Mirella Gregori. Persone che la donna, il giorno prima della scomparsa della figlia, aveva visto fermarsi nel suo bar. Quegli identikit combaciano con quelli realizzati in base alle testimonianze degli amici di Emanuela Orlandi. Già nel corso degli anni i casi Orlandi-Gregori erano stati affiancati. Tra gli elementi che avevano portato a tale ipotesi, il fatto che la Gregori avesse intrecciato una relazione con una persona dei servizi di sicurezza del Vaticano e una telefonata, ricevuta al bar in via Volturno della famiglia di Mirella, fatta da un uomo la cui voce sarebbe stata simile a quella che aveva chiamato a casa Orlandi. Per il sequestro di Emanuela è stato ipotizzato il reato di sequestro di persona con l'aggravante della morte dell'ostaggio e della sua minore età nei riguardi di Sergio Virtù, Angelo Cassani Gianfranco Cerboni. Personaggi legati, secondo quanto è emerso dalle indagini, a Renatino De Pedis, uno dei capi della Banda della Magliana, ma non direttamente riconducibili a quest'ultima. Ieri sera Angelo Cassani, è apparso nella trasmissione «Chi l'ha visto?», dove ha negato con veemenza di avere responsabilità nel rapimento della giovane cittadina vaticana. Ma il volto di Cassani corrisponderebbe agli identikit fatti all'epoca della scomparsa delle due giovani. In particolare proprio lui assomiglia a quello tracciato dalla mamma di Mirella. I due casi furono uniti anche negli appelli di Giovanni Paolo II. All'Angelus del 28 agosto 1983 il Papa, fece un appello affinché «coloro che dicono di trattenere quegli esseri innocenti e indifesi li liberino». Qualche giorno dopo questo appello, il fidanzato della sorella di Mirella Gregori ha risposto a una telefonata arrivata al bar di famiglia nella quale qualcuno gli ha dettato l'elenco esatto di ciò che indossava Mirella al momento della scomparsa. Inoltre, emerse che la ragazza, cittadina italiana, era stata scelta per il rapimento nel corso di un'udienza papale alla quale aveva partecipato con la sua scuola. Si è, poi, scoperto che la foto del Papa e della giovane era stata a lungo esposta nella bacheca dell'Osservatore Romano, all'interno del Vaticano.

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