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«Minacciati dai parenti A fine turno dobbiamo guardarci le spalle»

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Perchése l'attesa al pronto soccorso è lunga, la rabbia di chi ha i nervi scossi si scarica su chi ci lavora. «Siamo continuamente minacciati - conferma un infermiere - se non sono botte sono insulti. Sapesse quante volte mi hanno detto: "t'aspetto fuori quando smonti" e a fine turno, quando usciamo dobbiamo guardarci le spalle». Il senatore Domenico Gramazio, vicepresidente della commissione Sanità, ha presentato un'interrogazione ai ministri competenti in cui chiede di sapere «quali iniziative intendano prendere affinché la Regione Lazio intraprenda le opportune azioni per garantire l'incolumità di quanti operano al Pronto Soccorso dell'ospedale San Camillo-Forlanini e di quanti ricorrono alle prestazioni sanitarie». «A parte la vigilanza di un corpo privato non c'è nessun controllo delle forze dell'ordine, ma un ospedale con un Dea di secondo livello come il San Camillo-Forlanini non può diventare terra di nessuno» conclude Gramazio che bacchetta «la gestione verticistica dell'Azienda ospedaliera che non risponda alle realtà operative e professionali degli operatori sanitari ad ogni livello». G. M. Col.

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