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Violenza di Capodanno "Ero solo disteso accanto lei"

Il castello di Roccalvecce, Viterbo

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Ricorda di essere entrato nella stanza in cui dormiva la ragazza, nella quale l'aveva accompagnata poco prima egli stesso con altri due amici, perché era completamente ubriaca, e di essersi sdraiato vicino a lei sul divano. Sostiene di non ricordare altro, anche se non esclude che possa esserci stato, in quanto anche lui era ubriaco. È quanto ha dichiarato spontaneamente un giovane romano, figlio di un noto professionista, accompagnato dai suoi legali, al Pm Stefano D'Arma, titolare dell'inchiesta d'ufficio sulla violenza sessuale che una ragazza di 24 anni romana dice di aver subito la notte di Capodanno nel castello Costaguti di Roccalvecce, a Viterbo. Il suo racconto però non coincide con quanto dichiarato dalla ragazza, che sostiene di essersi svegliata seminuda, con i pantaloni e le mutandine abbassate, e di aver trovato sui suoi indumenti delle macchie risultate di liquido seminale. Tanto da essersi recata al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea di Roma perché temeva di essere stata violentata e di poter essere rimasta incinta. Un particolare, quest'ultimo, che fa ritenere più verosimile l'ipotesi secondo la quale qualcuno sia entrato nella stanza sapendo che c'era la giovane semi incosciente e che abbia tentato di avere un rapporto sessuale con lei. Tuttavia, le dichiarazioni del giovane, che il capo della squadra mobile di Viterbo, Fabio Zampaglione, nel corso di una conferenza stampa, ha definito «compatibili con gli accertamenti finora svolti», nel senso che i medici hanno escluso segni di violenza sulla ragazza, nonché con gli interrogatorio di un gruppo dei partecipanti alla festa, pongono fine alle indagini. Allo stato, infatti, si configura una violenza sessuale senza aggravanti, per la quale la querela di parte costituisce elemento imprescindibile per la procedibilità. Tutti gli elementi raccolti nei giorni scorsi dagli investigatori al fine di evitare la dispersione di eventuali prove, compresi gli accertamenti tecnico-scientifici sulle macchie di liquido seminale sugli indumenti della ragazza, restano comunque agli atti, ma potranno essere utilizzati solo se la giovane, entro i prossimi sei mesi, presenti querela. Altrimenti non sarà possibile nemmeno eseguire il test per accertare se le tracce biologiche siano compatibili con il dna del ragazzo. Il procedimento resta dunque contro ignoti.  

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