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La temuta crisi di liquidità è arrivata nelle aziende dell'artigianato romano che hanno tenuto per tutto il 2008, a differenza della media e grande impresa.

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Idati diffusi ieri dalla Cna di Roma parlano chiaro: un semestre difficile per quasi tutti i settori fatta eccezione per quelli della produzione (grazie al valore dell'export in crescita), e riduzione del personale impiegato attuata dal 19% delle imprese. «È la prima volta dopo molti anni che ci troviamo ad analizzare dati così negativi – ha spiegato il direttore della Cna Lorenzo Tagliavanti – soprattutto preoccupano i licenziamenti, causa di una crisi di liquidità che vede coinvolto un imprenditore su due». E se è vero che «timidi segnali di ripresa» sono attesi per la seconda parte dell'anno, il problema del rapporto con il sistema creditizio chiama in causa anche la politica. Per Davide Bordoni, assessore al commercio del Comune, «è prioritario che il sistema bancario investa sulle piccole e medie imprese per evitare il collasso», mentre Antonio Rosati, assessore al bilancio della Provincia, punta il dito su «il costo del denaro troppo alto in Italia rispetto al resto d'Europa». A ciò si aggiunge il ritardo medio dei pagamenti della pubblica amministrazione calcolato dalla Cna in circa 130 giorni, che non fa che aumentare le criticità. Il resto è ormai purtroppo già noto e l'indagine congiunturale della Cna non fa che confermarlo. Per le imprese romane a livello settoriale, a eccezione della chimica, il consuntivo è negativo per tutti i settori.

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