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Il caso Bari travolge il Pd, Orlando apre la faida dem: "Chi compra i voti..."

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Altra grana pugliese e scoppia la faida nel Partito democratico dove i nervi sono già tesissimi per la delicata partita delle liste per le elezioni europee di giugno. "Il PD non può né deve avere a che fare con chi compra i voti", ha scritto su X il deputato dem ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando a seguito dell'ultima scossa politico-giudiziaria, ossia l'inchiesta della procura di Bari su un'associazione finalizzata alla corruzione elettorale con l'acquisto di voti, anche a 50 euro l'uno, alle amministrative in due comuni della provincia. Dieci in totale le misure cautelari, con Anita Maurodinoia assessore regionale che "ha rassegnato le sue dimissioni dagli organismi del Partito Democratico", comunica il Pd pugliese. Tra gli arrestati c’è anche il marito della donna, Sandro Cataldo, che è finito ai domiciliari.

 

Dimissioni "chieste e ottenute" dal governatore pugliese Michele Emiliano, riporta un retroscena del la Gazzetta del Mezzogiorno, che spiega come il presidente di Regione "stavolta non ha potuto difenderla come ha fatto, il mese scorso, quando è emerso che era indagata per voto di scambio politico-mafioso nell’inchiesta Codice interno".

 

Il tweet di Orlando è una mazzata, che il sindaco di Bari Antonio Decaro prova a evitare: "Rispetto al voto di scambio, è una cosa che non mi sorprende. Per primo, come sapete, durante le ultime elezioni ho fatto delle denunce circostanziate, ne ho fatte 3 e 2 di quelle denunce erano persone che votavano per me e le liste legate al mio nome. Purtroppo l’inquinamento del voto, la corruzione, la compravendita del voto c’è ed è una cosa che dobbiamo attenzionare tutti", ha detto il primo cittadino che rischia di finire commissariato dopo l'invio degli ispettori.  

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