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Bari, nell'inchiesta spuntano il "database con 2mila nomi" e i "segnali" sulle schede

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Altro terremoto politico-giudiziario in Puglia e in particolare nella provincia di Bari. Sono stati arrestati ai domiciliari Alessandro Cataldo, marito dell'assessore regionale ai Trasporti del Pd, Anita Maurodinoia, e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli. La stessa assessora Maurodinoia, risulta essere indagata e in mattinata ha rassegnato le sue dimissioni. Il fascicolo di inchiesta riguarda presunta corruzione elettorale nel piccolo comune del barese di Grumo Appula,  relativamente alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano. 

Secondo quanto si apprende, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha accettato le dimissioni dall’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia. L’assessore risulta indagata e questa mattina è stata anche perquisita nell’ambito dell’inchiesta della procura ordinaria per corruzione elettorale. Sono dieci le persone destinatarie della misura eseguita dai carabinieri: in carcere l’assessore alla Polizia Municipale del comune di Grumo Appula, il 30enne Nicola Lella, ai domiciliari sette persone tra cui il sindaco di Triggiano (Ba) Antonio Donatelli e Sandro Cataldo, referente del partito «Sud al centro» e marito dell’assessore regionale Maurodinoia. Altre due persone sono state destinatarie del divieto di dimora nel comune di Triggiano. Tutti sarebbero coinvolti, a vario titolo, in una associazione finalizzata alla corruzione elettorale, attraverso un meccanismo illecito con riferimento alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano.

Dalle carte dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Bari è emerso che nella disponibilità di alcuni indagati c’era un "database con più di duemila nominativi con numeri di telefono e fotocopie di carte d’identità e schede elettorali", si legge nell’ordinanza di custodia cautelare come riportato da LaPresse. Si tratterebbe di una lista di  “persone alle quali sarebbe stato dato un corrispettivo in denaro, in cambio del voto". Ci sarebbe anche un sistema di controllo e verifica del voto effettuato attraverso segni identificativi in grado da permettere il riconoscimento della preferenza. 

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