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Bari, corruzione elettorale. Ai domiciliari il sindaco di Triggiano

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Il sindaco di Triggiano (Ba), Antonio Donatelli e Sandro Cataldo - marito dell’assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia - sono tra le persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della procura di Bari per corruzione elettorale. In tutto risultano dieci gli indagati di cui uno finito in carcere, sette ai domiciliari e due con divieto di dimora nel comune di Triggiano: questi sarebbero coinvolti, a vario titolo, in una associazione finalizzata alla corruzione elettorale, attraverso un meccanismo illecito con riferimento alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano.

Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno consentito di svelare un collaudato accordo illecito che, in occasione di entrambe le consultazioni elettorali, ha orientato le preferenze di voto di numerosi elettori, attraverso il pagamento di denaro e altre utilità nei loro confronti. In particolare, il responsabile del movimento politico «Sud al centro», Sandro Cataldo, oggi ai domiciliari, attraverso un’associazione che riusciva a canalizzare le preferenze, ha acquisito illecitamente voti nello svolgimento delle consultazioni nel Comune di Triggiano nel 2021. Lo scopo fissato era la rielezione dell’allora sindaco e di altri due consiglieri comunali, non destinatari di misura. Il primo cittadino, poi effettivamente rieletto, Antonio Donatelli, è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Le preferenze sono state condizionate anche in cambio di 50 euro per voto e chi accettava l’accordo avrebbe dovuto consegnare copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per un preciso conteggio dei voti sezione per sezione. La verifica veniva effettuata nel corso delle operazioni di spoglio dove vari «gregari» degli organizzatori - che stazionavano stabilmente nei pressi delle sezioni loro assegnate - verificavano se le persone si fossero effettivamente recate al voto nonchè, all’atto dello spoglio, controllavano l’effettiva corrispondenza dei voti «acquistati». Significativo è stato quanto rinvenuto dai carabinieri la sera del 6 ottobre 2021, in un cassone stradale di raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari: frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini triggianesi, un consistente numero fac- simile di schede e volantini di propaganda elettorale. L’indagine ha permesso inoltre di accertare che un sistema analogo era già stato applicato l’anno precedente, nel settembre 2020, durante le consultazioni a Grumo Appula. In quel caso, il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale, oggi in carcere. Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti emerge il rinvenimento di due fogli sui quali era riportato un elenco di cittadini/elettori già «catalogati» per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale. Agli stessi doveva essere versata la somma di 50 euro, come corrispettivo per l’avvenuto acquisto del proprio voto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un «ok» per certificare l’avvenuto ritiro della somma pattuita.

 

 

 

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