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Pd, l'ennesima contraddizione nelle critiche a Schmidt. “Papa straniero”, l'assurda teoria

Christian Campigli
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Un Giano bifronte. Pronto a difendere un'idea e, un minuto dopo, l'esatto opposto. Con una nonchalance disarmante, ben oltre i limiti del grottesco. In base, ovviamente alla propria convenienza. Al proprio mero tornaconto. Il Partito Democratico guidato da Elly Schlein è ormai allo sbando. Dopo aver, per mesi, gridato al “pericolo fascista” e aver assistito a sondaggi sempre più impietosi (che vedono oggi i dem, in media, al 19%), la segreteria si è arroccata su se stessa. E ha rinnegato finanche le primarie. A Firenze prima il sindaco Dario Nardella ha defenestrato l'ex assessore alla mobilità, Cecilia Del Re, poi i vertici del Pd hanno sancito che il candidato alla (tentativo di) conquista di Palazzo Vecchio dovrà essere Sara Funaro. Infine, hanno sbattuto in faccia la porta alla richiesta di primarie della stessa Del Re e anche di Stefania Saccardi, candidata renziana, che chiedeva un confronto all'interno delle forze di centrosinistra. Tutto questo nervosismo è, ovviamente, frutto della consapevolezza di rischiare di perdere a giugno l'ultimo fortino rosso. 

 

 

I moderati, finalmente, hanno scelto una figura di grandissimo spessore come Eike Schmidt. E non potendolo criticare per le proprie, indubbie, capacità manageriali, incredibile ma vero, lo attaccano perché è nato a Friburgo (da un mese a questa parte è, a tutti gli effetti, un cittadino italiano). Il consigliere regionale del Pd, Federica Fratoni, la stessa che venne sconfitta nettamente a Pistoia da Alessandro Tomasi, ha avuto l'ardire di evidenziare, davanti alle telecamere di Italia 7, che l'attuale direttore degli Uffizi sarebbe “il papa straniero”. A quel punto, il consigliere regionale della Lega, Marco Landi, è intervenuto, per ricordare due aspetti tutt'altro che secondari. “Secondo il Pd toscano chiamarsi Schmidt è un ostacolo insormontabile per la candidatura a sindaco. Proprio loro che si professano ultraeuropeisti vedono come un problema il luogo di nascita. Dimenticando che anche l’attuale sindaco non è propriamente autoctono e il più apprezzato sindaco della storia di Firenze, Giorgio La Pira, era siciliano”. 

 

 

A quel punto Fratoni, in evidente difficoltà, ha ribadito che “sì, ma si chiama Schmidt il vostro candidato”. Come se avere un cognome straniero fosse un problema. Per i fautori della follia no border, de "gli immigrati devono venire perché noi italiani abbiamo bisogno di loro”, delle continue e patetiche giustificazioni di fronte alla montagna di reati commessi “perché dipende dalla loro cultura e dalle nostre scarse risorse per la loro integrazione”, aver un cognome tedesco sarebbe un problema. Incredibile, ma vero. “Si può chiamare Eike, Schmidt, il direttore, il tedesco – ha concluso Marco Landi -. Lo possiamo chiamare come vogliamo, l’importante è che abbia qualità e competenze per amministrare una città come Firenze. E il direttore Schmidt le ha”.

 

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