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Iolanda Apostolico, la giudice sempre a sinistra: l'altra sentenza politica

Christian Campigli
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Una diatriba lunga trenta, interminabili anni. Un arcigno confronto, quello tra politica e magistratura, divampato ai tempi di Tangentopoli, emerso in tutto il suo fragore durante i governi guidati da Silvio Berlusconi e tornato di strettissima attualità dopo il pronunciamento di Catania. Una sentenza, quella emessa dal giudice Iolanda Apostolico, che, di fatto, ha disapplicato il cosiddetto Decreto Cutro sull’immigrazione approvato lo scorso marzo ritenendo «illegittimo trattenere chi sta richiedendo asilo». Il togato ha stabilito che alcuni punti della norma fideiussione - provvedimento di trattenimento e procedure accelerate in frontiera – si porrebbero in contrasto con le leggi europee. Una scelta che ha sollevato un vespaio di polemiche. Basti pensare al premier, Giorgia Meloni, che si è definita «basita per una sentenza dalle motivazioni incredibili». In realtà, non è la prima volta nella quale Iolanda Apostolico si trova a doversi esprimere su vicende penali, condite da risvolti politici.

 

 

Basti pensare a quando, in veste di giudice a latere della Corte di Assise di Catania, l'11 dicembre del 2019, condannò a tredici anni di reclusione Guido Gianni. Una vicenda, quella dell'orefice siciliano, ancora oggi avvolta da numerosi interrogativi. Il 18 febbraio 2008, il gioielliere di Nicolosi, piccolo centro ad un passo dall'Etna, fu vittima di una rapina. Tre uomini assaltarono il suo negozio e aggredirono lui e la moglie. Gianni sparò e uccise due dei tre rapinatori. Secondo la tesi accusatoria, l'uomo avrebbe esploso i colpi alle spalle dei banditi e, per questo motivo, non gli venne riconosciuta la legittima difesa. Una decisione fortemente criticata dalla moglie del commerciante, che ha lanciato una petizione su Charge.org. «Ha difeso me, la sua vita, quella di un cliente e la nostra attività commerciale. Ed è per questo che ritengo che non possa pagare per la malvagità dei suoi assalitori». La Lega, sin dal primo momento, si è schierata dalla parte di Gianni. «Condannato, dopo una vita di lavoro, per aver reagito a una rapina a mano armata, difendendo la moglie dall'assalto dei rapinatori – ha sottolineato il leader del Carroccio, Matteo Salvini – Un'autentica follia. La difesa è sempre legittima».

 

 

Aspre critiche sono giunte anche dall'europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi. «Il giudice che ha rilasciato i migranti trattenuti a Pozzallo condivideva sui social le raccolte firme per sfiduciare Salvini e per comprare i biglietti aerei per i migranti irregolari in modo da farli venire direttamente in Italia. Lo stesso magistrato ha condannato l’orefice Guido Gianni per omicidio volontario, mentre la Lega conduceva una battaglia per la legittima difesa, molto osteggiata dalla sinistra. Ho incontrato Guido Gianni all’Ucciardone tempo fa ed è stato un momento di grande commozione. Abbiamo riflettuto sul fatto che al suo posto ci sarebbero potute essere molte altre persone perbene che avrebbero reagito alla stessa maniera, di fronte a una situazione così allucinante».

 

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