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Conte prova ad attaccare Meloni. E Calenda lo demolisce: malafede e vergogna

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Giuseppe Conte va all’assalto di Giorgia Meloni. Ma è Carlo Calenda a spegnere le polemiche dell’ex presidente del Consiglio. "La presidente Meloni è andata Monza per ispirarsi per correre di più, ma quale è nella legge di bilancio la misura che dovrebbe farci correre? Visto che con il Pnrr stiamo accumulando ritardi significativi, nel secondo semestre c'è il -0,4% di Pil, crollo della produzione, la situazione si avvia a essere disastrosa. Avevamo una Ferrari, l'abbiamo fatta crescere all'11%, sta diventando un bici a pedalata assistita", l’intemerata del leader del Movimento 5 Stelle nei confronti del governo da Cernobbio.

 

 

E Calenda gli ha replicato per le rime su Twitter: “Attribuirsi i meriti della crescita dopo la pandemia è semplicemente un atto di malafede. Trattasi di normale rimbalzo del ciclo economico. Ma c’è di più, l’errore sul calcolo dei costi dei bonus edilizi ha determinato una spesa complessiva di 120 miliardi. La misura più costosa e meno progressiva mai fatta. Avete finanziato totalmente ristrutturazioni edilizie a persone con redditi alti e patrimoni altissimi. Una mangiatoia - accusa il numero uno di Azione - che sottrae risorse agli investimenti nei servizi essenziali, alimentata dai soldi di operai, infermieri, impiegati, pensionati e insegnanti”. “Il 110% e il bonus facciate rappresentano l’essenza del populismo. Dovreste vergognarvene, insieme agli altri partiti che li hanno votati, non rivendicarli” la stoccata finale di Calenda.

 

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