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Firenze, Renzi prepara la sorpresa alla sinistra: l'idea per il ribaltone

Christian Campigli
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Una chiusura netta. Ma solo in apparenza. Un'affermazione che, se ben letta, è in realtà un invito a compiere uno sforzo. Per trovare una quadra e cambiare il futuro monocolore di Firenze. Matteo Renzi, durante il comizio show tenuto ieri sera alla festa di Italia Viva, ha toccato mille e più argomenti. E dopo aver parlato di Ustica, di politica nazionale e Elly Schlein, il leader di Iv ha analizzato  un tema di stretta attualità: lo schema sulle alleanze alle elezioni per il prossimo sindaco di Firenze (che si terranno nella primavera del 2024). "È evidente che io non andrò mai con la destra. Ma se ci saranno espressioni civiche vedremo quel che sarà. Il Pd ha governato in questi dieci anni con Nardella e lui ha avuto i soldi che nessun altro ha mai avuto. Se c'è la partita politica non staremo con la destra, se c'è la sfida civica vale tutto". Parole chiarissime, che sottolineano due aspetti.

 

 

Se i moderati candideranno un tesserato, un dirigente di Fdi, Lega o Fi, Italia Viva andrà da sola. E presenterà come candidato a Palazzo Vecchio Stefania Saccardi. Per poi stringere un'eventuale alleanza (verosimilmente con la sinistra) nei quindici giorni che intercorrono tra il primo turno e il (probabile) ballottaggio. Non serve un mago dei sondaggi per comprendere che, se Renzi andrà da solo, drenerà voti al Pd. Ma l'ex Presidente del Consiglio manda un messaggio chiaro al centrodestra fiorentino. Se i moderati troveranno la sintesi politica intorno ad un civico, un uomo della cultura, un industriale o un professionista, Italia Viva si siederà ad un tavolo. E discuterà con loro.

 

 

Da destra bocche (ufficialmente) cucite. Due i motivi: una scelta del genere non può (come è ovvio) non passare dal vaglio dei leader nazionale. È inoltre  innegabile ricordare come i moderati gigliati siano spaccati in modo netto tra chi vuole un dialogo col nativo di Rignano ("sarebbe l'occasione per mandare il Pd a casa e vincere", ci racconta un dirigente della Lega) e chi teme sgambetti ("Renzi è inaffidabile, vorrebbe decidere tutto e da solo"). Un partita di scacchi lunga, imprevedibile e decisiva per il futuro dell'ultimo fortino rosso. 

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