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Renzi umilia Letta: “Insegna strategia politica ma non l'ha mai capita”

Christian Campigli
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«Giorgia Meloni dovrebbe mandare ogni giorno un mazzo di fiori ad Enrico Letta, che, in passato, ha insegnato strategia politica a Parigi. Una materia che, evidentemente, non ha mai capito». Camicia bianca di ordinanza, jeans e sneakers ai piedi. Matteo Renzi giunge alla festa di Italia Viva, a Firenze, con la Vespa blu. Accompagnato dalla moglie Agnese e incredibilmente in perfetto orario. Dopo essersi tolto il casco, inizia a puntare il dito contro il suo vecchio partito, il Pd, e contro il Movimento Cinque Stelle. «Il più grande alleato della Meloni è rappresentato oggi dal duo Elly Schlein-Giuseppe Conte. Il cosiddetto campo largo, che poi largo, visti i risultati disastrosi alle urne, lo è solo di nome. Noi siamo la vera opposizione del governo, ma di fronte a proposte sensate siamo sempre disponibili al dialogo. Se davvero verrà portata avanti la riforma sul premierato, certamente la appoggeremo. È da sempre una nuova idea».

 

 

Il dibattito, al quale erano presenti almeno trecento persone, si sposta poi sulla legge simbolo dell'estate militante voluta dal segretario dem. «L'opposizione ha presentato un testo sul salario minimo che non sta letteralmente in piedi. Quando eravamo al governo, avevamo presentato questo tipo di riforma, ma all'epoca, siccome la proposta era nostra, la Cgil la bocciò. Ma quella riforma era la fine di un ragionamento. Elly Schlein mi fa la morale ogni giorno, ma in Parlamento non viene mai. Le tasse sono troppo alte. Io sono favorevole da sempre al salario minimo, ma solo se contemporaneamente si abbassano le tasse. Per aiutare i poveri si deve investire in sanità e in educazione. Le case popolari infine vanno gestite in modo completamente diverso». Il segretario di Italia Viva prende fiato prima di sfidare la nativa di Lugano. «Io voglio chiedere a Elly Schlein di invitarmi alla Festa dell'Unità di Ravenna. Hanno invitato tutti, tranne me. Visto che il Pd discute un giorno sì e l'altro pure del Job Act, vorrei fare un bel dibattito sul tema. Elly ha già suonato la chitarra, se preferisce essere mia ospite alla nostra festa a Santa Severa, le posso far trovare un mandolino. Io son pronto a fare confronti con tutti sul Job Act, con Zingaretti, con la Madia, con Graziano Delrio, con chi ne vuole parlarne. Il Pd, per inseguire Conte, si sta dimenticando la sua storia. Sul referendum contro il Job Act noi siamo pronti a combattere».

 

 

Non poteva mancare un attacco al leader dei Cinque Stelle. «Conte è il politico che ha creato più danni economici ai nostri conti pubblici. Il bonus edilizio 110 e il reddito di cittadinanza si commentano da soli. Era dai tempi del terremoto dell'Irpinia che non c'era una simile gestione dei soldi pubblici». Netta e marcata anche la distanza dalla maggioranza di centrodestra. «L'opposizione è in folle, ma il governo è in retromarcia. Noi recitiamo il ruolo del centro. Sull'economia l'esecutivo sta dimostrando un'incapacità clamorosa. I numeri non tornano, mancano trenta miliardi. Invece di fare giratine e show, si concentrino su una proposta concreta: abbassino le tasse».

 

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