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Il Pd fa all-in sul salario minimo. Ma Bonaccini mette in difficoltà Schlein

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Tutto sul salario minimo: Elly Schlein è decisa a fare della proposta unitaria delle opposizioni la madre di tutte le battaglie. Tanto che ieri, per fermare il blitz dell’emendamento soppressivo presentato dalla maggioranza, è corsa a Montecitorio per partecipare alla seduta della Commissione. I dem sanno bene che le speranze di far approvare il provvedimento, nonostante gli appelli a Giorgia Meloni, sono ridotte al lumicino. E per questo preparano un ‘piano B’. Organizzare una raccolta firme nei territori per fare della proposta una iniziativa popolare. Una mobilitazione che contribuirà a tenere alta l’attenzione sui temi del lavoro, dell’inflazione e della lotta alla povertà che, per la segretaria del partito Democratico, rimangono i punti deboli del governo. A partire da questo tema, inoltre, Schlein spera di costruire quel fronte compatto delle opposizioni necessario per «offrire un’alternativa a questa destra. Al salario minimo possono seguire le battaglie per la sanità pubblica e l’attuazione del Pnrr, occasione irripetibile per l’ammodernamento del Paese», sottolinea la segretaria che intanto, si trova a dover fare i conti con nuove tensioni all’interno del partito.

 

 

E questo, a poche ore dalla kermesse dell’area di Stefano Bonaccini. Non una nuova corrente, assicura il presidente dem, quanto la necessità di dare respiro a una esperienza, quella di Energia Popolare, che ha pur sempre vinto il congresso fra gli iscritti e ha fatto segnare una «quasi parità» alle primarie. Con questo spirito Bonaccini si accinge a celebrare la due-giorni di Cesena, sabato e domenica prossimi. «Non ho mai partecipato a correnti in vita mia e non intendo costruirne una», assicura, «non perché siano un male, ma perché negli ultimi anni sono diventate inutile alla dialettica nel partito plurale».

 

 

L’obiettivo, per Bonaccini, «è dare un contributo di idee al Pd che ha bisogno di identità molto forte per costruire una alternativa a questa destra». E per dare sostanza alle parole, Bonaccini invita la leader dem a Cesena, dove ci sarà anche il professor Romano Prodi, nel ruolo di padre nobile e garante di quel pluralismo che Bonaccini rivendica per sé e la sua ex mozione. La risposta di Schlein è netta: «A me la responsabilità di tenere assieme il partito valorizzando il pluralismo, ma senza venire meno alla linea politica che ha vinto il congresso. Bonaccini aveva detto più volte di non voler creare nuove correnti, non penso sia questo il suo obiettivo». Dunque, Energia Popolare non sarà lo strumento per cannoneggiare il quartier generale dem, così come avvenuto nel recente passato, ma per favorire la discussione interna. E lasciare aperta la porta a quel pezzo di partito riformista e cattolico che, al momento, si sente messo nell’angolo. Da parte sua, Bonaccini conferma la linea del dialogo: «Se indebolissimo la segretaria Elly Schlein taglieremmo il ramo su cui siamo seduti», ripete per poi rivendicare il diritto-dovere del pluralismo: «Nessuno mi può venire a insegnare cosa vuol dire essere unitari. Nel voto degli iscritti abbiamo vinto, alle primarie siamo arrivati quasi alla pari, per questo serve pluralismo».

 

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