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Chico Forti, Imposimato: "Orrore giudiziario. Contro di lui nessuna prova"

Giorgia Meloni ha riportato a casa Chico Forti dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti. Ieri il trentino 65enne, dopo un passaggio a Rebibbia, ha raggiunto il carcere di Verona al quale è stato assegnato. Dopo aver espresso il desiderio di riabbracciare la madre, l'ex surfista indagato per l'omicidio dell'imprenditore australiano Dale Pike, ha dichiarato: "Spero un giorno di essere libero, sono innocente". Ferdinando Imposimato, difensore di Forti, riteneva il caso "sconvolgente". "Chico Forti è stato vittima di un errore e di un orrore giudiziario. Contro di lui non ci sono prove e non ci sono indizi. Quando è stato chiamato, era già indagato e doveva essere avvertito della facoltà di non rispondere e invitato a nominare un difensore. Gli hanno fatto un capo d'accusa generico, contraddittorio, illegittimo perché prima hanno detto che era accusato di aver materialmente e personalmente ucciso Dale Pike. Quando lui ha dimostrato che nell'ora del delitto si trovava in un altro posto, hanno cambiato imputazione. Hanno detto 'O sei stato l'autore o complice, istigatore'. Questo va contro una norma della procedura penale americana", aveva spiegato il magistrato con nettezza di parole. "Si è detto che lui avrebbe truffato il padre della vittima e lo avrebbe circonvenuto perché era incapace di intendere e di volere. Da quest'accusa Chico Forti è stato prosciolto quindi il movente dell'accusa viene meno. È illogica quest'accusa. Prima di tutto perché voleva incontrare la vittima insieme al padre e aveva comprato i biglietti a tutti e due", aveva continuato Imposimato. Ci sono altri soggetti che potrebbero essere accusati dell'omicidio di Pike? "Uno è un tedesco Thomas Knott, che in Germania era stato condannato a sei anni per truffa e bancarotta fraudolenta. Dale Pike era preoccupato perché Knott sottraeva denaro al padre e avevano litigato", aveva risposto in un'intervista il difensore di Forti. E sulle presunte irregolarità del processo aveva precisato: "Chico Forti aveva la possibilità di chiedere il confronto con Knott. Aveva la possibilità di esporre le sue ragioni, di replicare alle bugie. Il suo difensore si è comportato da autentico delinquente e gli ha fatto rinunciare alle possibilità previste". 

 

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