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Dal Piano Mattei alla riduzione delle tasse: le sfide del governo

Dario Martini
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Quali sono le direttrici principali su cui si sta muovendo l’azione del governo Meloni? Difficile dare una risposta univoca, anche se probabilmente ne dobbiamo indicare tre: riduzione delle tasse per famiglie e imprese, rilancio delle infrastrutture, e il cosiddetto Piano Mattei in politica estera, che si lega intrinsecamente con il contrasto dell’immigrazione illegale. A marzo l’esecutivo ha approvato il disegno di legge delega sulla riforma fiscale. I tempi saranno per forza di cose lunghi. L’obiettivo è una riforma complessiva del sistema. Il punto principale riguarda la riduzione delle aliquote, che dovranno passare da quattro (23%, 25%, 35% e 43%) a tre. Si punta soprattutto ad ampliare il primo scaglione che oggi sconta il 23% di Irpef per i redditi fino a 15.000 euro. Difficile al momento quantificare con esattezza chi e quanto ci guadagnerà. La stessa riforma fiscale prevede tre possibile gruppi di aliquote e ancora non sappiamo quale sarà realmente applicato. Il traguardo di fine legislatura è ancora più ambizioso. Come hanno sottolineato più volte gli esponenti di governo e i documenti di presentazione della riforma fiscale l’obiettivo è una flat tax per tutti. Al momento, con la legge di bilancio il governo ha già innalzato da 65mila a 85mila euro la soglia entro cui applicare la tassa piatta del 15% per le partite Iva. Adesso, invece, con il decreto Lavoro in fase di ultimazione, che andrà in Consiglio dei ministri il primo maggio, si appresta ad assestare un’ulteriore sforbiciata al cuneo fiscale. Il budget a disposizione, messo nero su bianco nel Def, è pari a 3,4 miliardi.

 

 

L’altro fronte principale su cui si misurerà l’azione di governo riguarda le grandi opere. È indiscutibile che il Ponte sullo Stretto, voluto con forza dal ministro Matteo Salvini, sia la sfida più affascinante e ambiziosa. Il decreto che definisce la società e il progetto è stato approvato a marzo. Il costo complessivo è di 13,5 miliardi, più un altro miliardo circa di opere complementari. Se tutto andrà come previsto, i cantieri prenderanno il via nel giugno del 2024. Il progetto piace molto anche alla Commissione europea, che si è detta pronta a farsi carico di una parte dei costi. Salvini ha fatto sapere che illustrerà l’opera in giro per l’Europa, una "roadshow" per spiegare vantaggi e ricadute concrete a potenziali investitori.

 

 

Infine, c’è il Piano Mattei, che prende il nome dallo storico fondatore dell’Eni. Durante il recente viaggio in Etiopia, Meloni ha annunciato che sarà presentato a ottobre in occasione del summit intergovernativo Italia-Africa. L’obiettivo della premier è sostenere lo sviluppo dei Paesi africani e, al tempo stesso, contenere le partenze degli immigrati. Un’azione che ha importanti risvolti economici, a partire dalla politica energetica del nostro Paese, alla ricerca di fonti stabili di approvvigionamento che ci rendano del tutto indipendenti dal gas russo.  Negli ultimi mesi il presidente del Consiglio ha messo in campo una politica estera inedita rivolta alle capitali africane. In pochi mesi si è recata in Algeria, in Egitto, in Libia e in Etiopia. Senza contare la missione del ministro degli Esteri Antonio Tajani in Tunisia a gennaio.

 

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