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Migranti, la sinistra alza la bufera strumentale sul ministro Lollobrigida

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Mentre slitta a mercoledì l’esame in Aula al Senato del decreto Cutro che prepara la stretta sulla "protezione speciale", non si fermano le polemiche sul tema dei migranti. Ad alimentare lo scontro tra maggioranza e opposizione sono le parole del ministro FdI Francesco Lollobrigida sul «no alla sostituzione etnica». Dichiarazioni che arrivano poco dopo quelle del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sulla mancanza di manodopera nelle aziende spiega: «Il problema non si risolve con i migranti ma alzando i livelli di occupazione femminile e incentivando le nascite. Questo è quello su cui il governo lavora». Meloni parla al suo arrivo a Rho Fiera Milano per il taglio del nastro dell’edizione numero 61 del Salone del Mobile. «In questo salone c’è un elemento fondamentale che è nella nostra economia: il marchio, l’eccellenza. Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo a patto di essere in grado di difenderlo e valorizzarlo», sottolinea Meloni, annunciando l’arrivo nelle prossime settimane in Cdm di un collegato alla manovra «che ha come obiettivo proprio la valorizzazione del marchio». L’azione del governo, rimarca il capo dell’esecutivo, è volta a favorire il lavoro, perché «non mi rassegno - sottolinea - a un modello di società basato sul reddito di cittadinanza». In questa direzione va anche il liceo del Made in Italy «che è in dirittura d’arrivo» e nell’idea del premier punta ad «allineare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro» operando una «rivoluzione culturale sul ruolo del sapere artigiano». Per risolvere il problema della mancanza di manodopera, infatti, secondo Meloni prima di ricorrere ai migranti occorre «lavorare ad esempio sulla possibilità di coinvolgere molte più donne nel nostro mercato del lavoro. E poi - aggiunge - c’è il tema di incentivare la natalità».

A provocare la reazione delle opposizioni sono, però, le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che pensando all’Italia del «dopodomani» - dal congresso nazionale della Cisal - si spinge a dichiarare: «Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque, di lavorare e avere una famiglia» perché «non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica». Duro il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein, che parla di affermazioni «disgustose, inaccettabili e da suprematista bianco» e chiede alla stessa Meloni di prendere le distanze «con forza da queste parole dette, peraltro, nel giorno in cui il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz». All’attacco anche il leader di Azione, Carlo Calenda, per il quale «riesumare il vecchio refrain della "sostituzione etnica" riporta il Governo a una postura incompatibile con una presenza autorevole in Europa». Da +Europa Benedetto Della Vedova chiede a Lollobrigida di scusarsi per aver usato un «linguaggio da cospirazionista, inaccettabile da parte di chi sta al Governo». Ma in un video pubblicato su Facebook, Lollobrigida risponde alle critiche e va al contrattacco: «La sinistra evidentemente in difficoltà, priva di argomenti - ribatte il ministro - solleva il solito polverone su una mia dichiarazione durante un’assemblea sindacale in cui spiegavo che per contrastare la denatalità in Italia, che rischia di far scomparire il popolo italiano, bisogna provare ad aiutare chi intende mettere su famiglia con figli, con agevolazioni e un sistema di welfare che lo sostenga, che dia la possibilità di acquistare una casa, di coniugare il lavoro e la famiglia. »E la sinistra - rimarca ancora Lollobrigida - invece solleva il polverone, parla di razzismo, di suprematismo, dice cose che non hanno alcun senso".

Sul decreto Cutro contenente le disposizioni urgenti in materia di flussi, intanto, la commissione Affari Costituzionali del Senato, ha preso atto dell’impossibilità di completare l’esame degli emendamenti, anche per l’ostruzionismo delle opposizioni. Il provvedimento approderà quindi solo mecoledì a Palazzo Madama senza mandato al relatore, per poi passare alla Camera nella prima settimana di maggio per la conversione in legge entro il 9 dello stesso mese. Sul testo la maggioranza non porrà la questione di fiducia: »Il centrodestra - assicura il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan - è compatto, supereremo la protezione speciale«.

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