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Pnrr, Fitto riferirà in Parlamento. Salvini: obiettivo è spendere tutto e bene

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L'incessante richiesta delle opposizioni di un passaggio in Aula da parte del governo per fare un punto sullo stato dell'arte del Pnrr, anche alla luce della posizione espressa dalla Lega sull'utilizzo dei fondi, alla fine è andata a segno. L'esecutivo ha infatti accolto "volentieri" l'invito a riferire in Parlamento sullo stato di attuazione del Piano. A parlare alle Camere sarà il titolare del dossier, ovvero Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari Europei ha spiegato in una nota che non avrà "nessuna difficoltà a farlo" anche perché l'appuntamento viene considerato "un'opportunità". "Anzi, un'ottima occasione di confronto - ha sottolinea Fitto - per approfondire e chiarire il merito delle questioni".

 

Fitto, che sta portando avanti le trattative con Bruxelles per arrivare a rimodulare il Pnrr, oggi ha visto a Roma il presidente dell'Anci, Antonio De Caro, e i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Venezia Luigi Brugnaro per un confronto sulle problematiche connesse ai rilievi sollevati dalla Commissione europea inerenti l'ammissibilità di alcuni interventi finanziati dal Pnrr nell'ambito dei Piani urbani integrati (stadio Artemio Franchi di Firenze e Bosco di Venezia). Nel corso dell'incontro sono stati approfonditi tutti gli aspetti tecnici "e sono emersi elementi utili che il governo, in sintonia con i sindaci interessati, trasmetterà alla Commissione al fine di superare tutte le criticità riscontrate dalla stessa e, quindi, poter consentire la realizzazione degli interventi previsti. Un lavoro e un confronto, con spirito costruttivo, che sin dalle prossime ore proseguirà con la Commissione europea".

 

Nel corso della giornata, Fitto ha incontrato anche il Commissario Ue per il Bilancio e l'amministrazione, Johannes Hahn. Tra i due c'è stato uno scambio di vedute su Pnrr e politica di coesione, con Fitto che ha ribadito "la necessità che, alla luce del mutato contesto internazionale ed economico, l'Ue faccia ricorso alla massima flessibilità nell'uso delle risorse disponibili". Concetto, quello della flessibilità come strumento per modificare e portare a termine quei progetti in difficoltà a causa di eventi straordinari, tornato sul tavolo anche del colloquio avuto da Hahn con il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti. E nelle parole del vicepremier Antonio Tajani: "I soldi del Pnrr vanno spesi tutti con dei progetti che siano realizzabili. Quindi ci vuole un po' di flessibilità da parte della Commissione europea. Bisogna trattare e vedere come finisce la trattativa. C'è ancora un mese di tempo".

Per l'esecutivo la strada da percorrere resta quella di rimodulare il Pnrr senza per questo dover fare a meno di una fetta degli oltre 200 miliardi stanziati per l'Italia. Una ipotesi, quella della rinuncia ai fondi, avanzata dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che oggi ha rilanciato: "Piuttosto che spenderli male meglio non spenderli. Se la Meloni dice 'riusciremo a spenderli, riusciremo a ricontrattare', evviva, stappiamo lo spumante". E sul tema è intervenuto anche l'altro vicepremier, il segretario leghista Matteo Salvini, cercando di fare chiarezza: "Se c'è qualcosa da rimodulare lo faremo, trasferire fondi su altri progetti non è lesa maestà ma buonsenso. L'obiettivo è di spendere bene i soldi, questo diceva Molinari: se ci sono progetti un po' campati per aria, fatti giusto per spendere dei soldi, no. Però io conto che l'Italia dimostrerà di saper spendere bene i soldi prestati e cambierà volto nei prossimi anni". Parole che non rassicurano il Pd. "Pensiamo che il Pnrr sia seriamente a rischio e che le parole di Molinari, pur smentite da Meloni, siano la verità nascosta - ha ammesso il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia -. La disponibilità del ministro Fitto a riferire in Aula? Non ci rassicura. Sono parole".

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