Pd, l'effetto Schlein è un flop elettorale: i dem fanno peggio delle politiche
L’effetto Schlein sul Pd si è visto chiaramente. Ma in negativo. La segretaria che ha preso il posto di Enrico Letta centra la prima sconfitta della sua gestione. Alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia riesce addirittura a far peggio delle politiche. Se il 25 settembre i dem avevano incassato il 18,4% delle preferenze, stavolta ottengono il 16,7. Un risultato inferiore anche rispetto a quello del 2018, quando raggiunsero il 18,1. Il candidato del Pd, Massimo Moretuzzo, che era sostenuto anche dai 5 Stelle, è stato mandato allo sbaraglio. Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno provato ad allearsi, ma è stato evidente sin da subito che avevano poca voglia di comportarsi da veri partner politici. La chiusura di campagna elettorale, quando hanno fatto di tutto per evitarsi, ha dimostrato quanta poca convinzione nutrissero nella solidità dell’alleanza. Un altro segnale dell’imbarazzo in casa dem si è visto ieri quando a parlare per prima è stata Debora Serracchiani e non Schlein. La stessa Serracchiani che pochi giorni fa è stata rimossa dalla segretaria dalla carica di capogruppo alla Camera. «Moretuzzo è riuscito in condizioni difficili a tenere unita la coalizione di centrosinistra ed è cresciuto molto. Lo ringrazio, era una partita non facile ma abbiamo messo in campo una coalizione credibile», ha detto l’ex governatrice della Regione che nel 2018 scelse di non ricandidarsi, forse fiutando il vento che portò alla prima vittoria di Massimiliano Fedriga.
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Il silenzio prolungato della segretaria dem è stato subito sottolineato dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Ma la Schlein? Ha perso la voce, rimanendo muta quando De Benedetti ha ingiuriato la Meloni definita "demente". Ha perso le elezioni, sconfitta in Friuli Venezia Giulia con scarto enorme. Schlein, ovvero insulti & sconfitte». Alla fine, però, quando il risultato era acquisito ormai da ore, la leader del Pd ha parlato. Lo ha fatto con una nota diffusa alle agenzie poco prima delle 20: «Complimenti a Fedriga, che ha vinto nettamente in Friuli-Venezia Giulia. Ringraziamo Moretuzzo e tutta la coalizione che l’ha sostenuto per l’impegno. Riorganizzeremo insieme un’opposizione centrata sulle proposte politiche. Con pazienza, ma con determinazione». Stop. Niente di più. Quasi che le proposte politiche sottoposte al giudizio degli elettori non appartenessero all’attuale dirigenza dem.
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Anche nel Terzo polo si apre una riflessione, dopo un risultato molto deludente. Il tandem Azione-Italia Viva non supera la soglia di sbarramento del 4% e resta sotto al movimento no vax Insieme Liberi di Giorgia Tripoli. «Un risultato per noi deludente, purtroppo non si discosta da quello delle altre Regionali - commenta Carlo Calenda che se la prende con il sistema elettorale -. Le elezioni Regionali, per un partito di centro, sono il peggio che può capitare perché la gente tende a votare da un lato o dall’altro. Questo è un grosso problema dell’Italia. Fedriga è stato bravo a prendere il voto dell’elettore moderato e a portare il risultato a una cifra molto alta, complimenti a lui. Mi dispiace per il nostro candidato Alessandro Maran, che è una persona di grandissima qualità e anche un grandissimo conoscitore dell’Europa e del mondo e questo è molto importante per le Regioni italiane di confine. Maran ha fatto una campagna in un mese in elezioni difficilissime, però a lui va veramente tutta la mia stima». Esulta, invece, come ovvio che sia, Tripoli. La leader della lista Insieme liberi ricorda che non ha intercettato solo il voto dei no vax, ma anche quello degli «astensionisti» o proveniente da «altre forze politiche».
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