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“Sbagliano strada”. Soffiata su Meloni, cosa nasconde il messaggio sull'Ucraina

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La maggioranza di centrodestra si scalda sull’invio delle armi all’Ucraina e il sostegno a Kiev. Ieri è montata la polemica da parte delle opposizioni sull’assenza dei ministri della Lega durante le comunicazioni alla Camera di Giorgia Meloni, che lasciando l’Aula ha voluto però ricordare la presenza del ministro Giuseppe Valditara e che non c’è alcun problema o polemica con il Carroccio, che però non ha applaudito nella controreplica del premier. Il Corriere della Sera fa una ricostruzione di quanto successo e cerca di spiegare i motivi delle scintille: “Da Palazzo Chigi, la parola d’ordine che arriva è sdrammatizzare. Sminuire la portata politica del doppio messaggio che Matteo Salvini ha voluto spedire, sull’Ucraina e sulle nomine nelle partecipate di Stato. L’accordo è lontano e il timore che Fratelli d’Italia voglia fare il pieno provoca tensioni e malumori”.

 

 

Un ministro di FdI manda un messaggio chiaro tramite le colonne del quotidiano: “Giorgia è stata durissima. Se pensano di intimorirla sbagliano strada. Ha alzato apposta i toni contro il Movimento 5 Stelle, ma è chiaro che il monito era rivolto anche ai leghisti”. Meloni va avanti spedita sulle forniture militari a Kiev e dentro il primo partito italiano il discorso di Massimiliano Romeo, capogruppo leghista al Senato, viene giudicato “infelice e scomposto”. “Fonti di governo assicurano che ‘il caso è chiuso’, ma c’è voluto un colloquio chiarificatore tra Meloni e Salvini e ieri sera c’era ancora qualche scoria, per i banchi vuoti dei leghisti, che hanno in parte offuscato il discorso della premier e per la consonanza di alcuni accenti leghisti e quelli dei Cinquestelle. Difficile non scorgere in filigrana l’insofferenza sulle nomine del governo” il resto della ricostruzione. In particolare la Lega chiede almeno un amministratore delegato in una delle aziende di prima fascia.

 

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