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Nuovo Pd, vecchie divisioni. Inizia l'era Schlein, ma Bonaccini non scioglie la sua mozione

Edoardo Romagnoli
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Per il Pd ieri alla «Nuvola» è iniziata ufficialmente l’era Schlein e la parola d’ordine, nonostante le primarie siano finite, rimane quella: unità. Un mantra che a sinistra si ripetono in continuazione forse per convincersi che sia possibile mettere insieme le varie anime del Pd. Anime che ieri si sono ritrovate tutte insieme da Roberto Speranza a Lorenzo Guerini, passando per Cuperlo, Orfini, Orlando, Fassino e Franceschini. «Sarò la segretaria di tutte e di tutti, questo è l’impegno che mi prendo, anche di chi non mi ha sostenuto» ha detto Schlein ricordando che c’è «un male da estirpare, non voglio mai più vedere stranezze o cose irregolari sui tesseramenti, capi bastone e caccicchi vari». Lo dice anche Bonaccini: «questo è il momento di unire, adesso l’unica maglia è quella del Pd». Anche se poi lo stesso governatore emiliano ha deciso di non sciogliere la sua mozione tenendosi stretta la sua corrente. Elly rappresenta l’ultima carta come ha ricordato Gianni Cuperlo: «Abbiamo avuto due stagioni e due segreterie che non hanno retto la forza degli eventi. Non è stata colpa dei singoli. Oggi un terzo rovescio non possiamo permettercelo».

 

 

Ma su cosa punterà la nuova segretaria? Lavoro, diritti, immigrazione, politica estera e nuove alleanze. Sul lavoro secondo Schlein «serve una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata», ma vorrebbe anche «il salario minimo». Poi apre al reddito di cittadinanza che ha «impedito a milioni di persone di scivolare verso la povertà e non capiamo perché questo governo si stia accanendo contro i poveri». Una difesa del reddito che conferma come la segretaria guardi al Movimento 5 stelle per allargare il campo. Ma Bonaccini chiama in causa il Terzo Polo anche se prima Renzi e poi Calenda hanno spiegato bene come non abbiano la minima intenzione di guardare al Pd in ottica alleanze. «Lo voglio dire agli amici del Terzo Polo e del M5S: avete perso le elezioni quanto e più di noi, se cominciaste a fare opposizione al governo prima che al Pd, potrebbe partire l’alternativa» ha detto il neo presidente dei dem.

 

 

Sui diritti civili nessuna novità Elly vuole farsi portavoce della comunità Lgbtq+: «Pieni diritti ai figli e alle figlie delle famiglie omogenitoriali, anziché prendersela con Peppa Pig». Una posizione difficile da digerire per l’ala cattolica del Pd, non è un caso se nel suo discorso Paola De Micheli abbia evidenziato come «un problema lo abbiamo, con il mondo cattolico: i disagi di alcuni non vanno sottovalutati». Poi Elly ha voluto anche riportare in auge un’altra battaglia dem: lo ius soli. «Dobbiamo approvare una legge che dica che chi nasce in Italia è già a casa sua» ha detto all’assemblea. Una prima quadra è stata trovata, il «parlamentino» dem infatti ha eletto Chiara Gribaudo e Loredana Capone come vicepresidenti mentre la tesoreria è stata affidata al senatore Michele Fina. Ora il percorso riparte e sembra già tutto in salita.

 

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