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Caso Cospito, la sinistra garantista ora non vuole Delmastro in aula

Gianni Di Capua
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«Devo scappare in Senato, in commissione c’è il decreto Ong». Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, ha appena rappresentato il Governo in commissione alla Camera per il via libera alla proposta di legge sulla commissione d’inchiesta sulla morte di David Rossi e, prendendo di corsa l’ascensore, risponde così a chi sottolinea come in questi giorni sia costretto a fare «il doppio lavoro». Dopo la protesta delle opposizioni, infatti, Andrea Delmastro non è ancora tornato a rappresentare l’esecutivo in aula o in commissione. Il sottosegretario di via Arenula in quota FdI è indagato dalla procura di Roma per rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio, dopo l’intervento in Aula alla Camera del deputato FdI Giovanni Donzelli sulle conversazioni avvenute nel carcere di Sassari tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni detenuti di camorra e ’ndrangheta ed è per questo oggetto di una mozione di censura da parte delle opposizioni. Pd, M5S e Avs hanno avvisato lunedì la maggioranza e ieri sono rimaste sul piede di guerra continuando a minacciare l’Aventino.

«Lo avevamo già annunciato, comunicato a FdI e lo ribadiamo oggi: non parteciperemo a nessuna seduta di aula o commissione dove sarà presente il sottosegretario Delmastro in rappresentanza del governo», avverte su Twitter la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi. «Se a seguire i lavori del Senato ci sarà il sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove, noi abbandoneremo l’aula - avvertono i senatori del M5S - Delmastro deve lasciare il suo incarico di sottosegretario, lui e tutto l’Esecutivo ne prendano atto». Anche da Avs arriva un messaggio chiaro: «Mi auguro che il ministero della Giustizia non deleghi il sottosegretario Delmastro a seguire i lavori del Senato. Se così fosse non parteciperemo alle sedute di Aula e commissione. Siamo in attesa delle sue dimissioni non per l’avviso di garanzia ma per il rispetto delle istituzioni che rappresenta e chiediamo al ministro della Giustizia Nordio il ritiro delle deleghe», tuona Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato.

Alla fine nell’aula di palazzo Madama, a rappresentare il Governo nel corso dell’esame del ddl di istituzione di omicidio nautico, ci va il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, ma da FdI intervengono i capigruppo a mettere le cose in chiaro. «Il sottosegretario Andrea Delmastro è nel pieno delle sue funzioni di governo e le eserciterà fino in fondo. Non saranno le posizioni ostruzionistiche delle opposizioni a farlo desistere dal proprio lavoro istituzionale», assicurano Tommaso Foti e Lucio Malan. Ci va giù duro Carolina Varchi, capogruppo FdI in commissione Giustizia alla Camera. «Su Donzelli c’è il giurì d’onore, su Delmastro indaga la procura di Roma, se qualcuno cerca di istituire una sorta di tribunale del popolo FdI non lo permetterà. Non siamo pronti ad accettare diktat sulle presenze o meno dei nostri rappresentanti al Governo. Se il Pd deciderà di uscire dalla commissione o dall’aula ne prenderemo atto ma non si puo pensare che i lavori non vadano avanti perché un gruppo decide chi deve rappresentare il Governo», taglia corto.

Secondo fonti parlamentari Delmastro potrebbe essere inserito nei turni di commissioni e Aula dalla prossima settimana, anche se da via Arenula non ci sono ancora indicazioni precise: per ora non c’è una data fissata per un suo rientro in ruolo, lo stanno sostituendo il viceministro Sisto e il sottosegretario Andrea Ostellari. Il Guardasigilli Carlo Nordio, dopo aver difeso Delmastro in aula, per ora sceglie di non intervenire sul tema, auspicando che le le tensioni possano affievolirsi nei prossimi giorni. Intanto anche dal Terzo polo - sin qui sempre vicino alla maggioranza sui temi riguardanti la giustizia - arrivano i primi distinguo. «La maggioranza - è il messaggio - deve cambiare toni e modalità».

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